Quelli che curano senza tampone. I malati vengono prima della paura

3 Apr 2020 6:00 - di Francesco Storace

Gli eroi in camice non stanno solo in corsia. E hanno figli a Roma. Si mettono in automobile e si recano a casa dei malati. Quando li trovano vivi. Davanti alla porta si vestono. Ovvero, indossano gli scafandri, quelli che chiamiamo dispositivi di protezione individuale. Fortunata la signora ad averne. Mica tanto. Perché il rischio del contagio è a visita conclusa, quando te lo togli. Perché se non lo fai bene ti infetti e magari rovini anche le famiglie dove ti rechi dopo. Una decina di volte al giorno.

Legge la prima pagina del Fatto, e l’articolo di Repubblica che confina a pagina 21 il pezzo sui morti nascosti, quelli dal numero sconosciuto. Aveva già letto la notizia su google, quella che aveva dato il Secolo d’Italia. “Il numero dei casi è sottostimato, bisognerebbe moltiplicarlo per due o per tre”.

“Hanno paura di morire lontani dai loro cari”

Terribile la spiegazione sul numero dei malati in casa. A volte la professione medica sembra – quando i medici ne parlano, non quando lavorano – priva di sentimenti, arida, fredda. Invece c’è sempre una spiegazione razionale: “Il malato non vuole abbandonare la sua abitazione, il terrore di andare in ospedale gli si legge proprio negli occhi. Una paura che riguarda soprattutto gli anziani che temono di morire lontani dai propri cari”. Hanno tutti capito che se crepi in ospedale non trovi nessuno neppure all’ultimo saluto. Disperazione su disperazione. Trovi la forza solo se hai fede.

Ma i pazienti – pensiamo tutti noi – almeno loro lo avranno fatto il tampone. “Quasi nessuno è certificato da tampone, però i sintomi sono talmente chiari che la maggior parte dei pazienti che visitiamo hanno contratto il virus. L’auscultazione polmonare, la saturazione d’ossigeno, l’affanno, la dispnea, la nausea sono tutti sintomi che ci riportano alla malattia e fino ad ora penso di non aver visto nessuno non contagiato, a parte alcuni bambini. Per un quarto dei pazienti viene attivato il 118, ma gli altri li seguiamo a casa. Cerchiamo il più possibile di non intasare gli ospedali”.

Non intasare gli ospedali, questa è la preoccupazione. Possiamo dire siano maledetti quei tagli, signora Europa?

Commenti

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  • Silvia Toresi 3 Aprile 2020

    Usciamo dall’Europa e premiamo questi eroi.

  • maurizio pinna 3 Aprile 2020

    Spiace che una generazione che , in gran parte, aveva ancora il senso dei VALORI se ne stia andando e non solo per causa di forza maggiore , probabilmente sono quelli che avevano EDUCATO quei giovani che stanno combattendo, spesso senza paura e con poca speranza. Dall’altro lato ci sono loro , sempre gli stessi, spalleggiati dai radical che sotto traccia , celati al virus in qualche prestigiosa e sicura dimora, continuano a dire stupidaggini ad alimentare quella cultura del pressapochismo, della menzogna, del buonismo fellone, dell’ improvvisazione, del lavorare sotto traccia per distruggere, insomma quell’ anarco sfascismo da pesce in barile che ha annientato ogni forma di organizzazione, che ha inculcato la mentalità della disobbedienza, del menefreghismo e dell’ assoluto sprezzo degli altri, considerati pedine sacrificabili in una bieca lotteria, la decimazione che loro, i compagni, hanno sempre rinfacciato ai nazisti. Fa specie vedere e sentire un famoso sindaco del sud urlare di obbedire, lui che ha trascinato una vita a coltivare la disobbedienza, l’odio e la cattiveria. La nemesi. E la filiera di tali bravacci non si ferma ai badogliani dei piani alti, scende attraverso i meandri ministeriali, lungo i tigellini e i galoppini, i paggi e i portaborse, i ruffiani di palazzo e gli opportunisti di corridoio. Il rosso mucchio selvaggio.

  • Mario Salvatore Manca 3 Aprile 2020

    Devo dire ogni giorno di più che al peggio non c’è mai limite. Ma ci sarà pure quel Dio a cui tutti crediamo? Oppure ancora una volta si è addormentato nella barca, senza che ci sia qualcuno che vada a risvegliarlo? (Mtt. 8, 23-27; Mc. 4, 35-41; Lc. 8, 22-25)?

  • federico 3 Aprile 2020

    no, non siamo più nel Medioevo. I lavori si fanno in sicurezza. Governanti e governatori che non hanno approntato le necessarie misure di sicurezza dovrebbero esser indagati per strage. Ed è intollerabile la prepotenza con cui ci ordinano di stare a casa