Urla contro Francesca Verdini: la fidanzata di Salvini corre terrorizzata verso casa

6 Apr 2020 8:41 - di Liliana Giobbi
Francesca Verdini

Francesca Verdini, figlia di Denis e fidanzata di Matteo Salvini, racconta su Instagram un brutto episodio subìto. Un uomo che le urlava contro, carico di rabbia, in una città deserta causa Covid-19. La vicenda è avvenuta mentre la giovane donna  era andata a fare la spesa, stavolta sola. «Questa versione del mondo vuota sta iniziando a terrorizzarmi», esordisce nel racconto affidato a Instagram.

Francesca Verdini aveva deciso di fare la spesa

«Sono scesa a fare la spesa, (c’è un sole bellissimo) e ho deciso, per vedere se la chiesa qui accanto ha lasciato rametti di ulivi benedetti, di prevedere una strada diversa. piccolina piccolina, stretta stretta, in discesa. Mentre la percorro», scrive Francesca Verdiniì, «vedo un uomo che suona ripetutamente a un campanello. Guarda verso qualche finestra, proseguo. Quando siamo vicini, mentre ci incrociamo, mi accorgo che ha smesso di suonare. Si è girato a guardarmi».

«Per la strada eravamo soli io e lui»

«Non so perché ho avuto un secondo di paura. Abbasso gli occhi e proseguo. Mi grida qualcosa. Proseguo. Grida più forte con tono arrabbiato, ma non lo capisco. Però mi fermo; siamo solo io e lui. Prego? Urla ancora più forte e molto arrabbiato. Ancora non capisco, ma intuisco che mi chiede soldi, perché mi sventola sguaiatamente un bicchiere e delle sue parole distinguo chiaramente “un euro, “un euro”».

«Urlava furiosamente, come un matto»

«Ho solo la carta e comunque molta paura. “Scusa, non ho niente” e proseguo. Riparto accelerando, ma la strada è lunga e stretta. Lui prende a urla furiosamente, come un matto, un urlo profondo stracolmo di rabbia. Fa sicuramente passi nella mia direzione. Ho abbastanza paura», ammette Francesca Verdini. «Per più di qualche secondo non capisco che cosa fare».

«Ho iniziato a correre»

«Ho continuato ad accelerare il passo – racconta la fidanzata di Salvini. «Ma la voce era sempre troppo vicina. Non so quando, ho iniziato a correre. E finalmente la voce si è fatta mano a mano sempre più lontana. Per tutto il tragitto ho guardato terrazze, finestre, ho sperato di incrociare persone. A casa, ho fatto le scale così velocemente che mi è sembrato di non averle neanche fatte. Ho chiuso la porta e sono corsa alla finestra, ho continuato a cercare persone affacciate».

La conclusione di Francesca Verdini

«Non è successo niente, e forse non era neanche pericoloso. Era solo arrabbiato», dice ancora Francesca Verdini. «ho avuto paura, e all’improvviso ho realizzato perché è tanto importante vedere i nostri vicini che cantano e salutano; Perché abbiamo bisogno di speranza. In tutte le sue forme. Ma in qualsiasi forma la vediamo, la speranza è umana e si trova solo attraverso le persone. È sempre così ovvio, ma sempre cosi poco evidente; Nessuno sisalva da solo. Neanche quel signore arrabbiato», conclude.

Commenti

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  • Sergio Martiri 6 Aprile 2020

    Sarà una “risorsa della Boldrini”, chiedete al PD.

  • Francesco 6 Aprile 2020

    Occorrerebbe sapere in quale lingua urlava e di che colore è la sua pelle così si capirebbe l’uso criminale e tribale della violenza a livello verbale che per fortuna non è sfociata in violenza fisica.