Vaccino, ci siamo. Un orgoglio italiano condiviso con Oxford: a giugno i test sull’uomo. Pronti a settembre

13 Apr 2020 18:19 - di Redazione
Ricerca sul vaccino per il Covid foto Ansa

Vaccino anti-Covid: dunque, ci siamo. O almeno ci avviciniamo a grandi passi al vaccino contro il Covid-19. Il primo lotto del vaccino, messo a punto dall’azienda Advent-Irbm di Pomezia, insieme con lo Jenner Institute della Oxford University, partirà dall’Italia per l’Inghilterra dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani. Lo spiega tra gli altri, nel dettaglio, il sito dell’Adnkronos che, a riguardo, annuncia date e appuntamenti che potrebbero farci uscire dall’incubo della pandemia inarrestabile.

Vaccino anti-Covid-19: il primo lotto messo a punto tra Pomezia e Oxford

«Abbiamo iniziato a produrre i primi vaccini tre settimane fa. E a fine aprile ne manderemo un primo lotto a Oxford. La sperimentazione sui volontari sani parte a giugno in Inghilterra. Ma non è detto che non si faccia anche in Italia visto che il Regno Unito oggi non fornisce una validazione anche per paesi dell’Unione Europea. Ne stiamo parlando con le autorità di governo e quelle regolatorie. Lavoriamo per essere pronti a settembre per distribuire il vaccino “in via compassionevole” alle “categorie più a rischio”. Ovvero personale sanitario e forze dell’ordine. A illustrare all’Adnkronos i progressi nella preparazione del primo vaccino contro il coronavirus è Piero Di Lorenzo, presidente e Ceo di Advent e IRBMla società di Pomezia che ha stretto un accordo con l’Istituto Jenner dell’Università di Oxford, il più importante istituto mondiale per i vaccini.

A fine aprile il lotto parte per l’Inghilterra. In giungo i test sull’uomo, pronti a settembre

«A fine aprile – anticipa l’Adnkkronos sul suo sito –. In virtù dei dati acquisiti nelle ultime settimane, il primo lotto del vaccino messo a punto dalla partnership Advent-Irbm/Jenner Institute/Oxford University partirà dall’Italia per l’Inghilterra. Dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani. Si prevede di rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per immunizzare personale ospedaliero e forze dell’Ordine in modalità di uso compassionevole. Dapprima nel Regno Unito e poi, se il governo italiano lo riterrà opportuno, anche nel nostro Paese». L’ulteriore conferma arriva sempre all’Adnkronos Salute anche da Matteo Liguori, managing director di Irbm SpA, società con sede a Pomezia che sta collaborando, attraverso la sua divisione vaccini Advent Srl, con lo Jenner Institute dell‘Università di Oxford per la produzione di un siero. Un antidoto il cui nome provvisorio è ChAdOx1 nCoV-19.

Secondo l’esperta inglese c’è l’80% delle possibilità che il vaccino funzioni

«È in fase finale – precisa Liguori – la trattativa per un finanziamento di rilevante entità. Con un pool di investitori internazionali e vari governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino. Parlando a una pubblicazione nel Regno Unito anche Sarah Gilbert, professore di Vaccinologia all’Università di Oxford sotto la cui responsabilità sono in corso i lavori sul vaccino, ha confermato che avvierà gli studi sull’uomo entro due settimane. I ricercatori hanno dichiarato di aver iniziato a vagliare volontari sani (di età compresa tra 18 e 55 anni) da venerdì, per lo studio che avverrà nella regione inglese della valle del Tamigi. Secondo l’esperta c’è l’80% delle possibilità che il vaccino funzioni», evidenzia Liguori.

Vaccino italo-inglese: tre caratteristiche che lo differenziano dagli altri studi

Dei molti progetti in corso all’estero e anche in Italia per trovare uno “scudo” contro il nuovo coronavirus, spiega ancora Liguori, «il nostro ha tre caratteristiche che lo differenziano. Prima di tutto, è un progetto interamente finanziato e non, al contrario di altri, in cerca di fondi per partire. Secondo, ci avvaliamo di una piattaforma tecnologica già approvata e provata per altri vaccini. Terzo, abbiamo creato con Oxford un partenariato non certo improvvisato per lo studio di vaccini. I nostri partner hanno una grandissima esperienza nel campo dei coronavirus. Abbiamo affrontato delle difficoltà per l’aumento della diffusione dell’epidemia a livello europeo, ma è fortissimo da parte di tutti il desiderio di accelerare l’avanzamento del progetto in ogni modo. I nostri collaboratori lavorano anche di sabato e domenica, senza sosta. Avevamo detto che i test sull’uomo sarebbero iniziati a settembre, mentre tutto si sta muovendo molto più velocemente».

Vaccino contro il Covid: ecco come agisce

Il vaccino è costruito utilizzando una versione non “pericolosa” di un adenovirus: un virus che può causare una comune malattia simile al raffreddore. L’adenovirus è stato modificato in modo da non riprodursi nel nostro organismo. E inserendo all’interno del genoma adenovirale il codice genetico necessario alla produzione della proteina “Spike” del coronavirus. In modo da permettere all’adenovirus l’espressione di questa proteina in seguito alla somministrazione del vaccino. Ciò comporta la produzione di anticorpi contro la proteina “Spike”, che si trova sulla superficie dei coronavirus. Negli individui vaccinati, gli anticorpi prodotti contro la proteina “Spike”, possono legarsi al coronavirus che è entrato nell’organismo umano ed impedirgli di causare un’infezione.

 

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