Vergogna Farnesina, i 180 italiani bloccati in Argentina si devono pagare a caro prezzo il ritorno

26 Apr 2020 11:27 - di Redazione

A raccontare la disavventura di un gruppo di agrigentini, è l’avvocato Giuseppe Scozzari, uno dei più noti professionisti della provincia, da settimane impegnato in un’impresa impegnativa: far rientrare la madre e i cugini, con rispettiva famiglia al seguito, in città.

“Mia madre – racconta – è partita il 5 marzo insieme ai miei cugini, marito e moglie incinta al settimo mese, e i loro due figli. Erano andati a trovare mia zia, la sorella di mia madre, prima che scoppiasse il caos nel mondo. L’arrivo non è stato dei più incoraggianti. Il governo argentino ha imposto la quarantena a chiunque arrivava dall’Italia. Finito l’isolamento per gli italiani, è iniziato quello riservato a tutti gli argentini. Da 50 giorni in pratica è reclusa in casa”.

Sembrava solo una mancata vacanza da dimenticare. Ma al momento di rientrare è andata anche peggio. “Il 29 marzo – continua il suo racconto l’avvocato Scozzari – dovevano rientrare ma la compagnia Air Europa cancella il volo. Non viene data nessuna spiegazione, sparisce ogni informazione dal sito e al call center non risponde nessuno. Si cerca un contatto col consolato ma tutto resta molto vago. Ho scritto più volte e mi era stato risposto che sarebbero stati messi altri voli. Nel frattempo Alitalia cancella tutti i voli”.

La situazione diventa pesantissima. “Ci sono tanti italiani, quasi centottanta, rimasti bloccati con grande difficoltà. Mia madre e i miei cugini sono ospiti da sorella e zia ma ci sono connazionali, con cui si stanno tenendo in contatto con chat whatsapp create appositamente, che sono andati là per turismo e non riescono a rientrare. Stanno affrontando spese enormi per l’albergo, sentono freddo ma non possono comprare i vestiti”.

Due giorni fa, seppure con un rincaro di prezzi che l’avvocato Scozzari, definisce “estorsivo”, la situazione pare vicina alla soluzione. Ma è solo un’illusione. “Alitalia mette in vendita dei biglietti a prezzi che si aggirano attorno ai 2.000-2.200 euro (il prezzo medio per un volo andata e ritorno si aggira attorno ai 700 euro) per il solo viaggio di ritorno. E’ una richiesta estorsiva gravissima rispetto alla quale nessuno del governo fa nulla. Mia madre non è riuscita a comprare il biglietto, sono riusciti a comprarlo in 40 ma, una volta giunti all’aeroporto di Buenos Aires, Alitalia comunica l’annullamento e il posticipo di due giorni”.

Oggi doveva essere il giorno della partenza. Nulla da fare anche questa volta. “I biglietti non sono più in vendita, viene comunicato – spiega l’avvocato Scozzari – che deve essere il consolato a mediare”.

La donna, Anna Vaccaro Notte, ha 77 anni. Viene fatto presente della particolare necessità e urgenza di rientrare in Italia. “Mia cugina, peraltro, – aggiunge – è incinta di 7 mesi. Il consolato ci offre una sorta di prestito per comprare i biglietti. Il sito di Alitalia non consente acquisti, nelle scorse ore stavamo contraendo il prestito di 12.000 euro per prendere i biglietti e rientrare ma non è stato possibile. Il consolato, che sta gestendo il flusso degli immigrati, ha chiuso interrompendo la pratica. Ad oggi non si sa nulla, c’è grande sconforto. C’è gente che non sa dove andare e come mangiare. C’è chi sente freddo. Il governo italiano è totalmente assente, non mette a disposizione neppure un numero di telefono o un contatto diplomatico”.

Scozzari e altri familiari dei “malcapitati” hanno scritto al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e a diversi parlamentari nazionali. “Non abbiamo avuto alcuna risposta precisa – conclude -, è una situazione avvilente”.

 

 

Commenti

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  • Luigi 27 Aprile 2020

    Buongiorno. Anche noi stiamo vivendo un incubo uguale.Siamo in Argentina dal 20 febbraio ,data antecedente alla esplosione del Corona Virus. Il nostro volo di rientro era programmato per il 26 di marzo. Alitalia ci ha cancellato per ben tre volte il volo. Ora il nuovo rientro è programmato per il 2 Giugno. Abbiamo scritto alla Farnesina una PEC senza ricevere alcuna risposta. Al telefono non risponde nessuno. Siamo in contatto con Console ed il Vice console di due Province vicino alla nostra località di quarantena. Ad ora non siamo riusciti a concludere nulla.
    Inoltre, il nostro visto di 90 giorni sta per scadere , ed i due referenti ci hanno fornito risposte in principio rassicuranti, ma nello specifico siamo ancora in attesa di sapere cosa dobbiamo fare.
    Nessuno sa dirci i costi dei biglietti dei voli speciali che dovrebbero organizzare a breve.
    Noi siamo costretti , da più di quaranta giorni, in casa, in un appartamento che abbiamo dovuto affittare per non stare in albergo, anche perché i turisti non erano graditi , per timore del contagio.
    Ora , viviamo , con l’incubo di ricevere una mail da parte di Alitalia , in cui ci informano che il nostro volo è stato cancellato.
    Abbiamo letto sui giornali locali , che le nuove normative intraprese dal governo argentino , sono quelle di sospendere la vendita dei biglietti aerei di Aerolíneas Argentina fino al primo di settembre e di conseguenza chiudere le frontiere.
    Questo significherebbe una permanenza forzata di ben 5 mesi, situazione
    inaccettabile, se non riusciamo a trovare un posto sui voli speciali a pagamento che dovrebbero organizzare.
    In Italia dicono che la Farnesina sta organizzando il rimpatrio degli italiani che sono bloccati all’estero , però omettono che sono voli a pagamento, ad una cifra sproporzionata, nonostante tutti noi siamo in possesso di un regolare biglietto di rientro , pagato a suo tempo , ed oltre modo i voli sono pochissimi e con liste di attesa interminabili. Cosa dobbiamo fare?
    Cosa serve rifinanziare e salvare Alitalia, per avere una compagnia di bandiera , quando in un momento di emergenza come questo, gli aerei sono a terra , gli impiegati a casa e i clienti italiani , che gli hanno dato fiducia, sono in giro per il mondo.

  • mario bertoli 26 Aprile 2020

    Caro Francesco,
    quanti casi come questi…ho una conoscente medico che lavora a Parma e risiede a Parma che a fine marzo si è recata a Bucarest per seri motivi familiari, ebbene sono 35 giorni giorni che è bloccata a Bucarest perchè non c’è nessun areo che la riporta in Italia.
    A proposto di questo interessante articolo a pagina 9 de LA VERITA’.
    Buon lavoro
    P.S.. finalmente tutta la nostra bella destra si sta ritrovando….
    Mario Bertoli (Parma) http://www.ladestraparma.com