Almirante, l’amore per l’Italia anche quando era buio. Come oggi
E’ un periodo doloroso anche per l’Italia ed è stato bello comunque vedere l’amor di Patria in questi momenti, l’inno nazionale cantato per diverse settimane dai balconi delle nostre case.
Almirante lo intonava negli anni in cui la Patria era negletta. Riconobbe di lui tempo addietro Marcello Veneziani: “Ha portato l’italianità nella politica, restituito dignità al Tricolore, alla bandiera, recuperato il senso della Patria”.
Lo fece da destra, “quella destra che apparve frantumata e dispersa per troppi anni”, come sottolineò Massimo Magliaro, suo straordinario portavoce, nel centenario della nascita, in una suggestiva manifestazione alla Camera dei Deputati.
E lo stesso Fini – che purtroppo ha contribuito dopo gli innegabili successi alla frantumazione e alla dispersione di quella destra – gli diede atto che “Almirante parlò di Patria quando tanti la sbeffeggiavano e la deridevano. Pensò infine all’Europa quando l’Europa era del tutto lontana, inarrivabile“.
Oggi questa Italia è ancora più lontana da un’Europa arcigna, crudele, avara.
Però, proprio nel nome del pensiero almirantiano, si può tornare a sperare, perché si rivede – dopo troppi anni – una destra che ha di nuovo la forza delle idee e del consenso. E chi amò da militante quel grande leader oggi non può che raccomandarne la stessa umiltà a chi ne ha raccolto gagliardamente il testimone persino nel simbolo del partito che guida.
Quel testimone che ha raccolto Giorgia Meloni
2019, Atreju, Giorgia Meloni: “Siamo sovversivi? Sì, difenderemo sempre Dio, Patria e Famiglia”.
Parole che rappresentavano ieri come oggi e domani valori permanenti. “Ci dicono che siamo un nemico, pericolosi sovversivi. Non ci preoccupiamo – tuonò la presidente FdI dal palco romano -. Sì, se c’è un ordine che vuole distruggere la nazione, la famiglia, la religione, sì, sovvertiremo questo ordine, difenderemo Dio, Patria e famiglia, fatevene una ragione”.
A noi capitò di scriverne sul Giornale D’Italia, sei anni orsono, con un rammarico.
“Giorgio Almirante è stato un padre della Patria”, scrivemmo. “Lo ricordiamo come galantuomo in politica, mai contaminato dagli scandali. E’ stato un padre della Patria ma non gli è stata intitolata nemmeno una via della Capitale che amò. Eppure aveva portato i fascisti dell’immediato dopoguerra – assieme a Pino Romualdi – a privilegiare la democrazia. Ma ancora oggi resta difficile essere degni del suo insegnamento”.
Purtroppo, regna l’odio, a Roma. Anche grazie ad una sindaca incapace di rispettare chi ha servito la sua città con onore. Ma quel momento verrà. Perché è giusto.
Almirante è stato un grandissimo politico, che ha saputo mantenere vivi gli ideali della Destra dal dopoguerra in poi.
Purtroppo i suoi successori, innanzitutto FINI, ma anche i cosiddetti “”colonnelli” , hanno distrutto il MSI, vendendosi a Berlusconi per sete di potere.
Mediocri come sono, non hanno lasciato traccia della Destra nella loro azione politica. Spero che la MELONI SAPPIA DAVVERO CAMBIARE L’ITALIA
L’Inno di Mameli, bellissimo nella sua completezza (anche se musicalmente perfettibile) mi commuove soprattutto in due delle strofe successive:
“………………………………………………………………………
Dall’Alpi a Sicilia,
Dovunque è Legnano,
Ogni uom di Ferruccio
Ha il core e la mano.
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il cor d’ogni squilla
I Vespri sonò.
……………………………….
Son giunchi che piegano
Le spade vendute,
Già l’aquila d’Austria
Le penne ha perdute,
Il sangue polacco
E il sangue italiano
Bevé col cosacco,
Ma il cor le bruciò”.
Il resto è Storia.
Grazie Direttore, da grande politico e giornalista quale sei hai detto ciò che si deve, nella giusta maniera. Grazie.
Giorgia sia come Giorgio, e lo è.