Bonafede resiste sulla poltrona. Ma le accuse di Di Matteo pesano

5 Mag 2020 6:00 - di Francesco Storace
Bonafede Di Matteo

Oggi il Pd – ed è fantastico – rimprovera Di Matteo: ma insomma, sono passati due anni! In pratica Bonafede resterebbe l’unico italiano a cui applicare una sorta di prescrizione breve…

Ma non è uno scherzo. Perché si racconta che tra la decisione di nominare Di Matteo a quella di non nominarlo più ci sia stato uno strano giro di intercettazioni portate a conoscenza del ministro. Il che sarebbe ancora più grave. Da arresto.

Di più. Nelle conversazioni si percepiva la rivolta dei mafiosi detenuti nel caso di nomina di Di Matteo. Per il quale non abbiamo alcun motivo di simpatia così come non si dovrebbe averla per nessun magistrato, proprio nel nome del principio di indipendenza.

Ma abbiamo il diritto di sapere se per un ministro nelle carceri deve comandare Cosa Nostra. E se non è così – come sinceramente auspichiamo – se Bonafede non si dimette è perché querela Di Matteo. Altro non può esserci.

Quelle accuse vanno chiarite. E Mattarella?

Assistiamo stupiti alla lite in corso e ci chiediamo fino a che punto può arrivare. Uno come Di Matteo non va in televisione a lanciare quelle accuse senza avere frecce al suo arco. Bonafede ha il dovere di essere molto preciso, altro che dire che il magistrato “ha percepito male”. Non facciamo ridere, per favore, perché c’è solo da piangere.

Perché mentre questi due se le danno di santa ragione, gli ergastolani escono di galera e Bonafede scarica su altri le responsabilità politiche che esistono eccome.

La trasmissione “Non è l’Arena” in cui è divampata la polemica ha avuto una eco enorme. Bonafede pensa che il fuoco possa spegnerlo con un post su Facebook che indispettisce il suo avversario di oggi. Perché è sempre Di Matteo a confermare tutto quello che ha detto da Giletti.

Anche qui, dovrà parlare chi dice di non voler parlare mai. Ma se uno è ministro e l’altro membro del Csm c’è anche chi è presidente del Consiglio superiore della Magistratura e si chiama Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato deve pretendere che esca fuori la verità perché senza verità i due contendenti non possono restare entrambi al loro posto. E magari farla sapere anche al popolo italiano e ai tanti che soffrono per una giustizia che non funziona. Sul tavolo c’è anche questo, tra politica e magistratura.

Commenti

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  • Gioacchino Graffagnino 6 Maggio 2020

    Insistete con tutta la nostra approvazione su questa vicenda: anche perchè c’è la lista di
    350 mafiosi circa fatta da repubblica con il nome del mafioso che sciolse il piccolo Di Matteo nell’ acido.
    Dite che tutto è nato dal decreto” cura Italia ” di questo governo.
    E che tutto il centrodestra era contrario, e che sospettavate questa conclusione.
    Sottolineate che l’ avevate detto e ridetto mille volte.
    Può cadere il governo, se osate.
    Cordiali saluti, G. Graffagnino

  • Pino 6 Maggio 2020

    E’ tutto chiarissimo. Mafia, camorra, ‘ndrangheta, stidda, e tutte le altre organizzazioni criminali vengono combattute dalle forze dell’ordine che consegnano i criminali alla magistratura per le pene. Se il ‘sistema’ politico e di parte della magistratura rimettono in libertà assassini, criminali ecc. Noi popolo italiano veniamo spinti dal sistema che ci stritola a considerare che tutta questa grande associazione per delinquere contro il paese deve essere smantellata. Al momento il muro che fa da ormeggio a tutto questo non e di bolzano, è uomo di magistratura, di politica pd. Va ‘smaltito’ con mascherina, guanti, tuta ecccccc

  • Filippo ARPAIA 5 Maggio 2020

    5 maggio 2020

    Tanti anni fa, (non nella giustizia), ci sono passato anch’io, per un incarico molto importante e delicato, anzi avevo la delega, ma mi venne ritirata e affidatata ad altra persona, che in seguito risultò indegna e arrestata per malversazione. Quando chiesi spiegazioni al mio referente (equivalente di ”bonafede”), mi rispose semplicemente che ci aveva ripensato! Per questo motivo mi sento di dare molto credito a Di Matteo. Sono schifezze plausibilissime. Corsi e ricorsi storici.

  • Gian Paolo 5 Maggio 2020

    Tempo fa si sentiva dire: “dilettanti allo sbaraglio” . Oggi dovremmo invertire:
    SBARAGLIO DI DILETTANTI !

  • Carlo Cervini 5 Maggio 2020

    I sinistri di tutte le risme possono fare quello che vogliono, nessuno li fermerà……….. quello che conta è il potere delle nomine e impedire al centro-destra di andare a votare……………..per il recupero produttivo post Covid19 solo le briciole.