Calcio in lutto: addio a Gigi Simoni, allenatore gentiluomo

22 Mag 2020 16:31 - di Penelope Corrado

Dal Napoli di Ferlaino allo scudetto sfiorato con l’Inter

Nel 1990 riparte dalla Serie C1 subentrando alla guida della Carrarese; il primo anno non riesce a evitare la retrocessione, mentre il successivo ottiene la promozione. Quindi rimane per quattro anni alla guida della Cremonese, con la quale ottiene una promozione, due salvezze e una retrocessione nel 1995-1996, vincendo nel 1993 il Torneo Anglo-italiano: i grigiorossi battono a Wembley in finale il Derby County per 3-1. Nel 1996 viene nominato allenatore del Napoli. Con la formazione partenopea si piazza in campionato al secondo posto fino al periodo natalizio alle spalle della Juventus. Il 22 aprile 1997, non vincendo più da dieci turni, il presidente Corrado Ferlaino lo esonera. Lascia la squadra al sest’ultimo posto e in finale di Coppa Italia, venendo sostituito da Vincenzo Montefusco. Nel luglio successivo firma un contratto con l’Inter. Grazie anche ai gol del nuovo acquisto Ronaldo, la formazione milanese contende il primato alla Juventus in campionato: il duello si risolve nello scontro diretto, vinto dai bianconeri tra le polemiche. Lo stesso Simoni viene espulso per ingiurie rivolte all’arbitro Ceccarini, “reo” di non aver fischiato il calcio di rigore per un contatto in area tra Iuliano e Ronaldo. Concluso il torneo al secondo posto, i nerazzurri si consolano vincendo la Coppa Uefa contro la Lazio. La stagione successiva, nonostante l’arrivo di Roberto Baggio, vede l’Inter in difficoltà di gioco e risultati.

Gigi Simoni, una vita che ha onorato il calcio

A fine novembre Gigi Simoni viene esonerato dal presidente Massimo Moratti. Il 1° giugno 1999 viene nominato allenatore del Piacenza, firmando un contratto annuale con opzione per il secondo, ma l’11 gennaio 2000 viene esonerato. Il 2 giugno diventa allenatore del Torino in Serie B ma il 31 ottobre viene sostituito da Giancarlo Camolese. Il 10 dicembre 2001 è il tecnico del Cska Sofia. In Bulgaria conquista il terzo posto in campionato e perde la finale della Coppa di Bulgaria per 3-1 contro il Levski Sofia. Il 31 maggio 2002 si dimette. Il 4 luglio, dopo aver risolto consensualmente il contratto che lo legava con la squadra bulgara, firma con l’Ancona in B, che porta al massimo torneo. Il 22 giugno 2003 viene esonerato. Il 10 novembre ritorna al Napoli in sostituzione di Andrea Agostinelli. Con i partenopei in campionato arriva tredicesimo posto con 36 punti ottenendo la salvezza, poi revocata per il fallimento della società con conseguente retrocessione in Serie C1. Il 13 giugno viene ufficializzata la sua nomina come allenatore del Siena in Serie A ma il 10 gennaio 2005 viene esonerato. L’11 ottobre 2005 il presidente Hadj lo nomina allenatore della Lucchese in Serie C1, in sostituzione di Paolo Indiani.

Gigi Simoni presidente della Cremonese

Il 7 giugno 2006 Gigi Simoni lascia la guida al suo vice Fulvio Pea e diventa direttore tecnico sempre delle Pantere. Il 2 febbraio 2007, dopo l’esonero di Pea, decide di dimettersi. Il 25 febbraio 2009 è direttore tecnico del Gubbio, in Lega Pro Seconda Divisione, venendo affiancato dall’allenatore Riccardo Tumiatti. Il 29 maggio rinnova il contratto con Vincenzo Torrente come mister. Con l’ex difensore conquista due promozioni di fila dalla Seconda Divisione alla Serie B. Il 1° giugno 2011 rinnova il contratto di un altro anno. Il 18 ottobre, a 72 anni, torna a sedere sulla panchina come allenatore, per sostituire l’esonerato Fabio Pecchia alla guida del Gubbio. Il 20 marzo 2012 dopo la 31ª giornata ritorna a ricoprire il ruolo di direttore tecnico lasciando la carica di allenatore al suo vice Marco Alessandrini. Il 27 maggio conclude il suo rapporto professionale con gli umbri. Il 28 gennaio 2013 diventa ufficialmente direttore tecnico della Cremonese. Il 17 giugno 2014 viene nominato presidente della società grigiorossa al posto di Maurizio Calcinoni. Il 23 giugno 2015 il CdA lo riconferma insieme al ds Stefano Giammarioli e il 2 giugno 2016 viene sostituito da Michelangelo Rampulla.

 

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