Capitano Ultimo: «Il popolo onora Falcone lontano da quelli che allora lo isolarono»

23 Mag 2020 16:29 - di Stefania Campitelli

Un tweet secco per prendere le distanze dai tanti sedicenti nemici della mafia.  “23 maggio 1992, Strage di Capaci. La mafia uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvill. E gli agenti della scorta. Il popolo li onora lontano da quelli che lo isolarono e delegittimarono allora per celebrarlo oggi. Lui combatte, lui vive”. Così su Twitter Capitano Ultimo. Un cinguettìo leggero ma “pesante”, quello di Sergio De Caprio. Il carabiniere che il 15 gennaio 1993 catturò il superboss Totò Riina dopo anni di latitanza. Non è la prima volta che Capitano Ultimo, che da anni vive sotto scorta, prende le distanza e attacca la retorica anti-mafia e quei personaggi ambigui che oggi si ergono ad eroi ma che in passato non mossero un dito contro Cosa Nostra.

Capitano Ultimo su Falcone: lui vive, lui combatte

Per le sue indagini antimafia Capitano ultimo è stato nel mirino dei bossi. Alcuni collaboratori di giustizia nel tempo hanno riferito di progetti per ucciderlo. Il pentito Gioacchino La Barbera ha riferito che il killer Bagarella aveva offerto a un carabiniere colluso con la mafia un miliardo di lire per avere informazioni su dove alloggiava De Caprio. Il pentito Salvatore Cangemi, invece, ha raccontato di avere partecipato nel giugno 1993 a una riunione nella quale Provenzano gli comunicava l’esistenza di un progetto per catturare il capitano Ultimo. Obiettivo: tenerlo ostaggio e poi ucciderlo. Il pentito Giuseppe Guglielmini il 9 maggio 1997 disse avere appreso dal killer Giovannello Greco, che Provenzano “aveva il chiodo fisso di uccidere il capitano Ultimo”. Scandalosamente nel 2014 al colonnello De Caprio è stata revocata la scorta che gli fu restituita dopo una lunga campagna perché ottenesse nuovamente la protezione necessaria.

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