Catastrofe Zingaretti. In due mosse ko aziende e dipendenti
Dopo tanta attesa, nel frattempo stai chiuso da mesi e ovviamente cominci a raschiare quel che ti resta del conto in banca, ti arriva una lettera dalla regione Lazio.
Quasi non ci credi e la apri. Stai a vedere che stavolta hanno risolto. Vedi che c’è la doppia firma, l’assessore al lavoro e soprattutto Lui, Zingaretti Nicola, governatore.
Quasi ti luccicano gli occhi per l’emozione e poi improvvisamente ti trasformi in faccia. Nero. Che succede? Ti accorgi della presa in giro. Zingaretti ti ringrazia per aver fatto domanda – ma non ti dice che fine ha fatto – e ti invita a mandare in banca i tuoi dipendenti. Così magari gli anticipano i soldi della cassa integrazione chiesta da te.
Non si azzardino. Perché appena si presentano allo sportello il direttore gli chiede “garanzie”. “Sa, se lei non ce li restituisce come facciamo”. Va bene, dove si firma per queste poche e maledette centinaia di euro. “Qui, ma non basta”. Cioè? “Ci vuole pure la firma del principale. Sa com’è…”.
Aziende e lavoratori sotto “strozzo”
Incredibile, Zingaretti se ne vanta pure, scrive alle aziende per promuovere l’accordo con le banche che continuano a comportarsi modello usura persino con i dipendenti di un ristorante. Il presidente della regione che casualmente è anche segretario del Pd le dovrebbe prendere per il collo, le banche, altro che far loro da procacciatore di clientela a strozzo.
Poi, Parisella legge una dichiarazione. Sempre Zingaretti che dice. Tantissime imprese stanno aderendo al nostro progetto pronto cassa. Soldi a volontà, diecimila euro per uno, molte domande, alla grande, aumentiamo i fondi a oltre 400 milioni di euro. E come fate, chiede in commissione il consigliere Righini di Fratelli d’Italia. Facile, dice la giunta, ci pensa cassa depositi e prestiti. Che così “innova” la sua missione… ma prima di ottobre non si vedrà nulla, pronostica il consigliere.
Risultato: Parisella fa domanda sempre più arrabbiato. Ma né a lui né a tutte le “tantissime imprese” è arrivato un solo euro in saccoccia. Scusi, ma almeno ha richiesto i 25mila euro di prestito in banca? “E per fare cosa”, si arrabbia di nuovo Parisella, “per fare altro debito?”.
Zero cassa integrazione. Zero contributi.
Sai Zingaretti che succede se tutti quelli che hanno presentato domanda si organizzano? Vengono a cercarvi e dovete scappare. Perché non avete alcun diritto di farvi propaganda sulla pelle di chi fatica. Una parola che non conoscete.
Solo lui poteva accettare di fare il Segretario, i marpioncelli erano rimasti tutti ….alla ” Larga ” prevedendo la disfatta !
aNDREBBE FATTA UNA PULIZIA GENERALE GOVERNO CRIMINALE!!!!!!!
Adesso rivotatelo.
C’e’ poco da commentare, zingaretti andrebbe fucilato.
Addirittura
Storace,
quindi secondo la sua narrazione la colpa sarebbe degli Istituti di Credito e non di una classe dirigente politica inetta, incapace, pinocchiesca, inadatta a ricoprire il ruolo che ha attualmente?
Lei cerchi solo di immaginare se una banca fosse così stupida da prestare soldi dei risparmiatori depositanti che distribuisse a pioggia questi risparmi cosa accadrebbe, Guasti che distruggerebbero la nostra nazione a tal punto che l’Italia diverrebbe preda dei peggiori squali famelici del mondo.
In sintesi: la fine della nostra civiltà.
E’ questo ciò che lei desidera?
Conosce cosa significa un sistema bancario? Ci ha mai provato a lavorare anche solo per qualche mese per iniziare una vera pur se sommaria conoscenza? O si è limitato a leggere le varie bufale raccontate da giornalisti, io li chiamo allievi apprendisti giornalari, di cui l’Italia è stracolma?
Meglio che mi taccia!
Un bel tacer non fu mai scritto, in effetti
Caro Direttore, purtroppo questo è quello che si respira tutti i giorni per le strade tra la gente reale, nella vita reale. E non nel mondo delle favole in cui vivono Zingaretti e tutti i professori di sinistra che impartiscono lezioni e dispensano aiuti falsi ed inesistenti. Mi auguro vivamente che la chiosa del suo articolo diventi realtà e che siate Voi a pilotare questa realtà
Con questa gentaglia le difficoltà si aggravano di giorno in giorno, i sinistri sanno fare solo assistenza/accoglienza/sperpero a debito e imporre nuove tasse e gabelle sul risparmio privato e su chi lavora e produce. Se vogliamo salvare l’Italia dobbiamo agire senza indugi e mandarli subito a casa.