Coronavirus, il vaccino ha già fallito sul macaco? Doccia fredda, poi la smentita
Dopo l’iniziale entusiasmo per i possibili vaccini anti-coronavirus in arrivo, è già tempo di frenate. E di dubbi. Come quello che arriva dall’Inghilterra. Il vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’Università di Oxford, in collaborazione con l’azienda italiana Advent-IRBM di Pomezia, potrebbe non impedire il contagio.
Secondo quanto riportato dal Daily Mail, William Haseltine, un ex professore della Harvard Medical School, ha rivelato su Forbes che le scimmie che hanno ricevuto il vaccino avevano la stessa quantità di virus nel naso delle tre scimmie non vaccinate nello studio. Questo suggerisce che il trattamento, che ha già ricevuto nel Regno Unito finanziamenti pari a 90 milioni di sterline, potrebbe non funzionare contro il Covid-19.
Coronavirus, il macaco e la smentita italiana
“Il macaco non si è ammalato, sono stati pubblicati i risultati dei test sugli animali è stato evidenziato che in uno dei macachi erano rimaste tracce del virus all’interno del naso, il macaco sta benissimo l’unico problema è eventualmente che gli può venire una rinite o un raffreddore. Si tratta di trovare la dose giusta del vaccino”. Così Piero Di Lorenzo, presidente e ad di Irbm, azienda di Pomezia che sta lavorando sul vaccino con l’Istituto Jenner di Oxford e il colosso farmaceutico AstraZeneca, parla a ‘Radio1 Giorno per giorno‘ delle indiscrezioni secondo cui i macachi immunizzati con il candidato vaccino si sarebbero ammalati.
Ottimismo, se i test saranno ok a fine mese
Di Lorenzo aggiunge: “Incrociando le dita il test clinico sui 510 volontari sani sta procedendo nel migliore dei modi non si registrano problemi. Il timing degli scienziati è che se alla fine del mese non si saranno registrati problemi sui volontari già vaccinati, la sperimentazione verrà allargata da 510 a 3mila persone. Anche i nostri 510 candidati stanno sviluppato anticorpi. Si prevede che entro la fine di settembre si possa avere il dato finale sull’efficacia del vaccino”.
Pronti per fine settembre
“Per cui se il vaccino continuerà a non creare fastidi ai volontari penso che alla fine di settembre saremo in grado di avere le prime scorte, che nel frattempo abbiamo prodotto perché i governi si stanno muovendo per gli accordi. Comunque sotto la regia della multinazionale AstraZeneca, che ha preso la leadership del comparto produttivo e di quello distributivo, si avranno indicazioni certe sulla destinazione dei vaccini in base all’accordo tra i governi”.
Londra ha annunciato la prenotazione di 30milioni di dosi del vaccino se funzionerà. E l’Italia? “Per quanto ci riguarda stiamo in contato costante con il governo per fornire tutte le informazioni necessarie per dare il massimo della collaborazione. Il fatto di essere coinvolti in questa sperimentazione è un elemento positivo nella trattativa dei governi. Ritengo che i vari ministri sappiano tutelare al meglio gli interessi dei cittadini”, conclude.