“Decreto rilancio”, il ministro Gualtieri s’impappina sull’importo finale: 155 invece di 55
«I fatti – diceva Lenin – hanno la testa dura». I numeri pure, aggiungiamo molto più modestamente noi. Non ne sembrano però convinti i ministri del Conte-bis, che li sciorinano ormai a casaccio, contagiati come sono dalla sindrome da televendita a reti unificate che ha infettato il premier. Non sfugge neanche il più “competente” del bigoncio, quel Roberto Gualtieri spacciato chissà perché spacciato come la reincarnazione di Keynes. Vero è che quando il sole è basso, anche i pigmei hanno l’ombra lunga. Ma c’è un limite a tutto, anche alla sopravvalutazione dei ministri. Tanto più che i numeri, il Nostro, dovrebbe conoscerli a memoria. Specialmente quelli delle manovre finanziarie varate dal governo di cui fa parte.
Gualtieri “aggiunge” 100 miliardi di fantasia
Invece è proprio lì che toppa alla grande. Leggere, per credere, il tweet con cui ha aggiunto, di fantasia e non certo di tasca sua, ben cento miliardi ai 55 appostati da Palazzo Chigi nel cosiddetto “decreto Rilancio“. La stanchezza può giocare brutti scherzi. L’ansia da prestazione ancor di più. Nulla di più facile, quindi, che la sovreccitazione seguita alla chiusura dell’intesa politica con il M5S abbia convinto Gualtieri che i miliardi siano lievitati di brutto. Un po’ come quei ragazzini che ce l’hanno sempre più lungo di tutti. Tanto è vero che al momento in cui scriviamo quota 155 campeggia imperterrita sull’account del ministro. E sono già trascorse ben 17 ore. Possibile che nessuno, oltre al Secolo d’Italia, si sia accorto dell’erroraccio del ministro dell’Economia?
«La somma non fa il totale»
Fosse stato grillino, non ce ne saremmo interessati più di tanto. Da un’accolita di terrapiattisti convinti che Neil Armstrong non abbia mai messo piede sulla luna, lo svarione, involontario anziché non, te lo aspetti pure. Ma da Gualtieri no. O il suo, forse, non è errore in quanto quota 155 deriverebbe dall’ammontare complessivo dei fondi stanziati. A memoria non ci troviamo: 55 miliardi “decreto rilancio” più 25 del “cura Italia” più 4,3 miliardi ai Comuni non arrivano all’importi indicata dal tweet. Insomma, al contrario di una delle frasi più celebri di Totò, nel caso quel di Gualtieri, la somma non fa il totale.