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Preparativi in un negozio di design che riaprira’ il 18 maggio durante la fase 2 dell’emergenza Coronavirus a Milano, 14 maggio 2020.ANSA/Mourad Balti Touati
Preparativi in un negozio di design che riaprira’ il 18 maggio durante la fase 2 dell’emergenza Coronavirus a Milano, 14 maggio 2020.ANSA/Mourad Balti Touati

Fase 2, spostamenti tra Regioni dal 3 giugno. Multe di 3000 euro alle imprese che sbagliano

Cronaca - di Leo Malaspina - 15 Maggio 2020 - AGGIORNATO 15 Maggio 2020 alle 17:10

Un decreto legge quadro, composto da appena tre articoli, che dovrebbe approdare oggi in Consiglio dei ministri. E’ la Fase 2, ma bis, con nuove regole. All’interno le regole di massima a cui le Regioni dovranno ispirarsi per allentare o restringere le misure anti-Covid19. Innanzitutto ci si potrà muovere liberamente nella propria regione di residenza, senza alcun limite. Resta tuttavia il divieto di spostamento da una regione all’altra. Su questo fronte, qualcosa cambierà solo a partire dal 3 giugno, ma con delle limitazioni e in base all’andamento dell’epidemia. Sempre che non si torni indietro, causa contagi…

Fase 2, possibile spostarsi nella Regione

A partire dal 18 maggio 2020 gli spostamenti all’interno del territorio regionale non sono soggetti ad alcuna limitazione“, si legge nella bozza in possesso dell’Adnkronos. La stretta resta tuttavia “relativamente a specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica”.

“Fino al 2 giugno 2020 sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Dal 3 giugno però si apre uno spiraglio per gli spostamenti da una Regione all’altra, ma “in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”, si legge ancora nel testo.

I protocollo da osservare

“Le attività economiche e produttive sono consentite a condizione che rispettino i contenuti di protocolli o
linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale” pena “la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”. Lo prevede il dl quadro che approderà oggi in Consiglio dei ministri, dove è scritto nero su bianco che “le singole regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”.
Per le Regioni, poi, il decreto prevede la trasmissione giornaliera dei dati sull’andamento epidemiologico e sullo stato di salute del sistema sanitario regionale all’Iss, al ministero della Salute e al Comitato tecnico scientifico, così da intervenire nell’immediato se sarà necessaria una nuova stretta a livello territoriale.

La Regione e il prefetto vigilano sul lockdown

“Per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza – si legge infatti nel testo visionato dall’Adnkronos – le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema
sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle Regioni al Ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico”.

In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, “la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre, anche nell’ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte ai sensi dell’articolo 2 del
decreto legge 25 marzo 2020, n. 19”.

Le possibili sanzioni alle imprese

Stop da 5 a 30 giorni per le attività economiche che non si attengono alle misure anti-Covid19. E’ quanto prevede la bozza del dl quadro che approderà oggi in Cdm, e che introduce inoltre “la sanzione amministrativa di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020”, ovvero da 400 a 3000 euro. La sanzione non è prevista solo per le imprese, ma anche per i cittadini che aggirano le regole. “In caso di reiterata violazione della medesima disposizione – si legge inoltre nel testo visionato dall’Adnkronos – la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima”. Un pensierino agli imprenditori che non ce la faranno o che non ce l’hanno fatta forse andava fatto, prima di annunciare la linea dura…

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C'è un commento:

  1. Afdero ha detto:

    La dittatura “ sanitaria” è in atto

di Leo Malaspina - 15 Maggio 2020