I proclami dei “virologi” vip in tv? Meglio il silenzio dei medici che lavorano
Viene da pensare che se qualcuno dei tuttologi televisivi di varia provenienza politica, professionale, ideologica o fancazzistica avesse speso solo pochissimi minuti del proprio tempo a dare una sbirciatina al sito della Accademia della Crusca avrebbe potuto arricchirsi culturalmente non certo sulla dieta da seguire in caso di stitichezza bensì in materia di lingua italiana.
E se l’azzimato estensore di decreti ed ordinanze si fosse avvalso della secolare Accademia sorta a Firenze tra il 1582 e il 1583 e che tra i propri obiettivi annovera la collaborazione con le istituzioni governative italiane, magari avrebbe maggiormente confidato nella “capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche” dei propri concittadini in quanto tali erano e tali sono e non certo sudditi ai quali fare concessioni.
Stiamo parlando del “buon senso” che, scrive lo Zingarelli 2020, è “la capacità di comportarsi con saggezza e senso della misura, attenendosi a criteri di opportunità generalmente condivisi”.
E fuor di polemica verrebbe da dire condivisi da chi? Da quanti in questi mesi hanno detto tutto ed il contrario di tutto nel giro di pochissimi giorni? “Virologi che hanno sbagliato”.
Politici che hanno sbagliato analisi, non quelle del sangue of course, ed oggi dicono che non essendo tecnici si sono affidati appunto ai tecnici che poi sempre di virologi parliamo. E il cerchio si chiude.
In silenzio è stata invece la stragrande maggioranza di quei professionisti in camice bianco che hanno lavorato sul campo con scarsità o assenza di dispositivi di protezione, e che ora stanno già sul banco degli imputati come potenziali untori. Medici che ben lontani dalle luci televisive hanno cercato di usare terapie validate, e non criteri miracolistici, per fronteggiare la pandemia. Pandemia e non certo quella che secondo troppi “esperti” era una banale influenzetta a rischio zero di contagi, non aggressiva, non necessitante dell’uso di mascherine.
A proposito ma si può ancora usare il termine “mascherine” nella Regione Lazio o se non sei del giro giusto ti fanno secco?