Il campionato non riprende, figuriamoci se i calciatori vanno in campo con guanti e mascherine

2 Mag 2020 11:51 - di Maurizio Gasparri
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Nonostante ci stiano provando in tanti e l’Assemblea della Lega A abbia espresso la volontà di portare a termine la stagione, è chiaro a tutti che il campionato di calcio non riprenderà. Le condizioni non lo consentono e si sta solo portando per le lunghe una decisone che è già presa nei fatti.

Il campionato negli altri Paesi d’Europa

D’altra parte, in vari Paesi d’Europa si è già agito in tal senso, ovvero stabilendo di comune accordo di sospendere il campionato perché, oggettivamente, le norme sanitarie in vigore non lo consentono. Tutte le limitazioni imposte sono incompatibili con un evento che non può certamente essere celebrato con le distanze di un metro e con altre prescrizioni simili.

Le norme di sicurezza valgono per tutti

Ma vi immaginate i calciatori a dover correre in campo con guanti e mascherine? Una follia. Comprendiamo che chi era a un passo dalla vittoria, o almeno riteneva di essere tale, sia fortemente contrariato e chieda di poter giocare ad ogni costo. Ma dove? E come? Non è più solo una questione di scendere in campo a porte chiuse: ci sono delle norme di sicurezza personali che non possono valere per tutti tranne che per i calciatori.

Il vero problema sono i soldi

Diciamoci quindi la verità: il vero problema sono i soldi, come in tante, se non tutte, le vicende umane. I diritti televisivi non saranno pagati per partite che non vengono disputate e le squadre di calcio avranno una perdita vistosa di entrate. Intorno al calcio gira un business importante che non va certamente disprezzato, ma che a volte deve subire un freno.

Ridimensionare costi e ingaggi

Si unisce una grande passione popolare a una attività che fa girare immense risorse. Conciliare questi due fattori è forse impossibile, ma almeno qualcosa si può fare per iniziare a dare al calcio una dimensione più sportiva e meno venale. Potrebbe essere questa l’occasione, a livello internazionale, per ridimensionare un po’ i costi e gli ingaggi, così nessuno ci rimettere tantissimo in caso di stop forzato.

Campionato di calcio e nababbi

Non si tratta di fare i demagoghi grillini, ma se un calciatore come Ronaldo, tanto per fare un esempio, invece di 10 milioni ne prende 7 campa lo stesso! Il calcio, quindi, ne approfitti per riflettere su se stesso. Si dice giustamente di tagliare i seggi del parlamento, di tosare gli alti stipendi dei manager delle aziende pubbliche. E il calcio non può fare un passo in avanti moralmente facendone uno indietro economicamente? Ci pensino. Il pubblico apprezzerebbe e le grandi star del pallone resterebbero comunque dei veri e propri nababbi.

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