Intervista ad Alberto Ciapparoni, il giornalista che ha fatto infuriare Conte
C’erano una volta i 5 Stelle che amavano la stampa libera. Inneggiavano ai giornalisti nemici del potere. Finché al potere non sono arrivati loro. Alberto Ciapparoni può raccontare il beffardo finale della favola grillina. Una fiaba senza lieto fine. Il re è rimasto nudo, il principe è tornato rospo. Il giornalista di Rtl 102.5 che ha fatto imbufalire Giuseppe Conte racconta al Secolo d’Italia, quello che è successo dopo. Gli insulti Social delle “bimbe di Conte”, gli omertosi “silenzi” dei sindacati e i pavidi “chi te l’ha fatto fare” dei colleghi. È il brutto della comunicazione ai tempi di Casaleggio e Casalino.
Alberto Ciapparoni, il premier ha detto che si “ricorderà di lei in futuro”, ha suonato come una minaccia professionale
Decisamente sgradevole. Sono felice di lavorare in una realtà libera. Rtl 102.5, dal suo direttore ai vertici aziendali, mi ha subito sostenuto e li ringrazio. Ma credo che anche Conte abbia capito di avere esagerato.
Secondo lei, perché il presidente del Consiglio le ha risposto in maniera così arrogante e intidimidatoria?
Credo sia in difficoltà. Evidentemente ho toccato un nervo scoperto. Lui non ha potuto negare il problema Arcuri né il disastro sulle mascherine.
Se una domanda scomoda al presidente del Consiglio crea tutto questa scalpore, forse bisognerebbe cominciare a farne qualcuna in più?
Penso proprio di sì. Un politico che si definisce “trasparente” non ha paura dei giornalisti che fanno il loro lavoro e li rispetta, cominciando a dare risposte rispettose.
Non ho trovato la nota di solidarietà della Federazione Nazionale della Stampa…
Non l’ha trovata perché non c’è stata.
Il sindacato dei giornalisti non è intervenuto. Almeno l’Ordine nazionale dei giornalisti?
Neanche loro. Mi è arrivata solo una nota ufficiale dell’associazione Lettera 22, attraverso il suo presidente Paolo Corsini, che ringrazio.
Da quanto tempo segue l’attività parlamentare?
Dal 2001 con Berlusconi presidente del Consiglio. Dalla drammatica emergenza delle Torri gemelle, una situazione da far tremare i polsi. Anche Berlusconi era sotto pressione, ma non perse mai la testa in conferenza stampa.
Ha immaginato quale sarebbe stata la reazione sui media, se la stessa risposta l’avesse data Berlusconi anziché Conte?
(ride) Non sarebbe stata sicuramente la stessa. Diciamo che sicuramente avrei avuto qualche cenno di solidarietà in più.
Alla prossima conferenza stampa di Palazzo Chigi avrà remore a porre una domanda?
Nessuna remora. Ma non so quando mi richiameranno. Lo staff di Conte sceglie, in teoria, a rotazione. Confido nel fatto che Rtl 102.5, essendo la prima testata radiofonica in Italia a livello di ascolti non possa restare fuori a lungo.
Alcuni sui Social hanno detto che la sua domanda era “provocatoria”, altri che era “stupida”
Era una domanda assolutamente legittima. Le mascherine al prezzo calmierato non si trovano, quindi ho fatto una domanda che andava fatta.
Alberto Ciapparoni, lei però ha fatto arrabbiare anche le “bimbe di Conte”. Sulla sua pagina Facebook ho letto insulti e minacce…
Meglio scherzarci sopra. Ma non è una bella sensazione essere aggrediti per aver fatto il proprio mestiere.
dot.ciapparoni, se dovrebbe capitarle di nuovo dovrebbe risponderle che lei certamente farebbe molto meglio di Acuri e potrebbe essere meglio di lei.
e se non gli piaccione le domande potrebbe dare pure le dimmisione e andarsene a casa