La ministra della Pubblica Distruzione ne fa un’altra: rivolta contro l’esame di terza media
La ministra della Pubblica Istruzione (o Distruzione, come ironizza qualcuno), Lucia Azzolina, non ne azzecca una neanche quando la scuola sta chiusa. Anzi, politicamente, sta dando il peggio di sè proprio in questa fase di emergenza coronavirus e di quarantena per gli studenti italiani. Dopo la proposta della ripresa della scuola a settembre, metà da casa metà in aula, su cui si sono abbattute critiche e ironie, stavolta sono i presidi a scatenare la rivolta. Il motivo è la formulazione dell’esame di terza media proposta dalla ministra più pasticciona che abbia mai calcato le scene del governo nazionale.ù
I presidi scrivono alla ministra Azzolina
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha scritto al ministro dell’Istruzione per esprimere alcune perplessità sulle bozze relative alla valutazione e all’esame di Stato di terza medsia.
Il ministro vorrebbe che per ogni alunno fosse compilata una scheda aggiuntiva alla valutazione, in cui sono specificate le lacune emerse durante l’esame. «Pare più utile – scrivono i presidi – lasciare che le scuole primarie e secondarie di primo grado si esprimano, come accade adesso, sul raggiungimento (pieno oppure parziale) degli obiettivi di apprendimento all’interno del documento di valutazione e che le scuole di destinazione effettuino – sugli alunni che non hanno raggiunto una competenza piena – una sorta di valutazione preliminare in vista del recupero da avviarsi a settembre».
Dunque, alle scuole è richiesto di varare, in tempi strettissimi, indicatori non solo sulla valutazione dell’elaborato, ma soprattutto su quella del percorso triennale.
“Ogni dirigente della secondaria di primo grado si troverebbe a dover riunire il collegio per deliberare i criteri di valutazione. Dovrebbe, quindi, riunire i consigli di classe per declinare criteri e modi, individuare la tematica da assegnare ad ogni alunno e formulare proposte sul calendario delle presentazioni. Infine dovrebbe assegnare un termine congruo per la formulazione dell’elaborato, almeno una settimana, e partecipare, presiedendo i rispettivi consigli, alla presentazione degli elaborati”. Difficile, se non impossibile…
Esame di terza media inattuabile
“Confuse e inapplicabili” sarebbero dunque le norme imposte dalla ministra, come racconta anche Repubblica, che raccoglie lo sfogo di molti insegnanti sui social. Ma non solo. Anche ‘associazione dei collaboratori dei dirigenti scolastici (Ancodis) – spiega il quotidiano – sarebbe arrivata alle stesse conclusioni.
“I tempi di svolgimento dell’esame di Terza media sono fuori da ogni logica, occorre estendere le procedure della prova fino al 30 giugno lasciando all’autonomia scolastica le modalità organizzative e gestionali. Comprese quelle di prevedere per gli alunni con dispositivi o connessione inadeguata la possibilità di uno spazio fisico a scuola nel più rigoroso rispetto di tutte le norme di sicurezza”.
La sig.ra ministra dovrebbe vivere la realtà delle scuole italiane più da vicino..per rendersi conto delle enormi difficoltà che stanno affrontando presidi, docenti,alunni e genitori in questo particolare periodo di emergenza..