La pandemia ha danneggiato le famiglie: si muova il Parlamento
18 Mag 2020 6:00 - di Gigi De Palo
Sui danni provocati dalla pandemia alle famiglie italiane, interviene il presidente del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo
Sogno un Paese nel quale si possa intervenire sul Secolo d’Italia o sul Manifesto senza essere tacciato di essere di destra o di sinistra. Un Paese nel quale si riescano a trovare comuni denominatori nonostante storie e appartenenze differenti.
Proprio per questo, in un tempo segnato dalla pandemia, credo che il comune denominatore in grado di unire tutti, nessuno escluso, sarebbe potuto essere la famiglia. Uso il condizionale passato perché così non è stato: nell’ultimo decreto, infatti, la famiglia è stata considerata come la somma delle tipologie contrattuali che abitano in una stessa casa o come il luogo dove poter utilizzare il voucher baby-sitter o il lavoro delle colf, invece che come soggetto sociale.
Le famiglie bastione contro la pandemia
Diciamocelo: se in questi due mesi e mezzo non ci fossero state le famiglie con il loro lavoro silenzioso, questo Paese sarebbe crollato. Quanto hanno fatto risparmiare allo Stato le mamme e i papà che hanno fatto da maestri, infermieri, fisioterapisti, barbieri mentre hanno continuato a lavorare nonostante la didattica a distanza e le mille interruzioni per le richieste di un figlio?
Ma veramente su 80 miliardi di euro (25 del decreto “cura Italia” e 55 del decreto “rilancio”) in deficit (ovvero sulle teste dei nostri figli) non si è trovata una risposta economica per sostenere le famiglie (almeno quelle con la partita IVA) con figli?
Questo non è un Paese per famiglie (e forse già lo sapevamo), ma adesso stiamo esagerando. I dati dell’Istat sulla natalità sono impietosi: nel 2020, secondo le proiezioni, nasceranno meno di 400mila bambini. Un triste traguardo che avremmo dovuto raggiungere nel 2032. Altro che baby-boom dovuto alla quarantena.
De Gaulle istituì in guerra il quoziente familiare
Tra un po’ crolla tutto. Le pensioni sono già andate, i servizi sociali sul territorio sono in rosso già da parecchi anni e il sistema sanitario nazionale come reagirà quando diminuiranno i contribuenti e, quindi, le risorse per le terapie intensive e raddoppieranno gli anziani non autosufficienti? Per questo ci si aspettava un segnale di futuro.
Charles de Gaulle istituì in Francia il Quoziente familiare durante la seconda guerra mondiale, mica in tempo di pace. Abbiamo bisogno di politica. Quella vera. Quella che sa osare, quella che ha lo sguardo lungo, quella che ha un progetto, una visione. Quella che sa raccontare la solidarietà tra le generazioni, quella che valorizza e non ha paura della sussidiarietà e va oltre l’assistenzialismo insostenibile.
Adesso la palla passa ai Parlamentari italiani che, in questo primo tempo, sono stati relegati in panchina. Riusciranno con uno scatto di reni e di orgoglio a rappresentare il Paese reale? Riusciranno a portare in Parlamento le difficoltà delle famiglie italiane che dovrebbero aver ascoltato in questa quarantena? Riusciranno a non accettare il meccanismo della “fiducia” e a migliorare questo decreto che ha scontentato un po’ tutti?
La partita non è ancora finita. Riusciremo (allargo anche a me e a noi tutti questo appello finale) in questo secondo tempo ad andare oltre le ideologie e a fare squadra per rilanciare veramente questo Paese che ha bisogno di famiglie? Se crollano le famiglie crolla il Paese. Questa è una certezza ineluttabile che, troppo spesso, dimentichiamo. Siamo tutti convocati.
Occorreva una politica di sostegno alle famiglie già prima dell’epidemia: tutte queste restrizioni – pur se necessarie – sottraggono risparmio, l’unica risorsa che possiamo vantare rispetto agli altri Paesi. Gli usurai lo sanno ben: ecco perché finanziano i clandestini e i circoli omosessuali.
La situazione drammatica di oggi tutti la conosciamo. Chi fa finta di ignorarla sono i personaggi al vertice. Presidente della Repubblica, del Consigliio, i Ministri e tutta la pletora di Governo e sottogoverno, Giudici della Corte Costituzionale, della Corte dei Conti, Parlamentari e via via tutti gli alti burocrati. Quando dimostreranno attaccamento alla Nazione, rinunciando ad un mese delle luculliane retribuzioni che percepiscono per beneficiare chi ne ha VERAMENTE bisogno e non ha babbei che piangono per aver adottato provvedimenti inutili di pura propaganda politica??????