Lettera aperta a Franceschini: sostieni il mondo della musica. Tra i firmatari Baudo, Al Bano e Sgarbi
Il Movimento per la Musica scrive a Dario Franceschini: “Ministro, ci riceva! Il mondo della musica chiede un Suo intervento”. Tra i firmatari dell’appello anche Pippo Baudo, Al Bano e Vittorio Sgarbi.
“Gentilissimo Ministro – si legge nella lettera – il Settore della musica e dello spettacolo è coperto da una coltre di imbarazzante silenzio. La musica è, per sua specifica identità, un settore sociale in quanto il suo linguaggio non conosce dialetti o lingue diverse ed in quanto essa veicola messaggi popolari, la cui forza dirompente arriva dritta al cuore e alla mente di chi ascolta. Gli eventi musicali “dal vivo” sono i più colpiti dalle limitazioni imposte per contenere la pandemia Covid -19. I tempi della ripresa della musica e la sorte degli “attori” di questo articolato mondo sono quanto mai incerti, sicché il nostro mondo è al collasso. Migliaia di lavoratricie lavoratori dello spettacolo sembrano essere invisibili e senza alcun tipo di tutela e sostegno economico. Occorre riconoscere che, senza gli artisti, l’universo perde il suo motore creativo e la sua poesia”.
Nella lettera si sottolinea, ancora, che “l’ attuale sconvolgente dramma può rappresentare il momento da cui partire per aprire un confronto, una discussione.Da diverso tempo qualcosa non funziona, in quanto nel nostro, come in altri mondi, vince sempre il più ricco e il più forte. Il Covid-19, pur con le sue nefaste conseguenze, ha fatto scattare una molla: denunciare una situazione già in essere, ossia la morte della musica live, che è un tema soffocato da un silenzio assordante. La presente lettera si prefigge la finalità di costituire un invito ad aprire una riflessione ed un dibattito pubblico sul tema innanzi descritto. Non vogliamo semplificare, perché molto c’era, c’è e ci sarà da dire e da approfondire. Per questo partiremo da un dato oggettivo con il quale dobbiamo obbligatoriamente fare i conti, ossia i disagi e la scarsa possibilità di organizzare un concerto o un evento live”.
Gli artisti rilevano che “molte realtà “medio-piccole”, sono le prime a pagare le conseguenze dell’attuale crisi. Si rischia di tenere in vita solo chi può permettersi di continuare ad esibirsi in quanto percepisce cachet altissimi, ossia le star internazionali. Non è soltanto la tenuta di un mercato già fragile che sta rischiando, ma un patrimonio immenso di abili professionisti, con capacità artistiche, creatività, intelligenza e competenza, che, necessariamente, deve essere tutelato e salvaguardato. Ciò che è in gioco è il bene più prezioso che sta alla base e fa girare la nostra “giostra”, ossia la natura e l’essenza dell’evento live, del concerto, lo stare insieme, la condivisione di un’emozione che solo la musica è in grado di procurare. Qualsiasi sia la forma, sul palco vogliamo e dobbiamo tornare a salire tutti, per emozionare ed emozionarci, per ridere, cantare, lavorare e “sudare” insieme”.