Lite furibonda in tv, Vissani: «Chi è il cogl*** che decide le regole? I 5S sanno solo rompere le scatole»
Uno scontro durissimo in tv tra Giancarlo Vissani e Luigi Lopalco. Dal distanziamento tra i tavoli alle norme rigide, nonché ai dispositivi di sicurezza in cucina per la fase 2 dei ristoranti. E negli studi di “Piazza Pulita”, su La7, è salita la tensione tra lo chef – diventato una furia – e l’epidemiologo.
Vissani: «È vergognoso quello che stanno facendo al governo»
«Come si fa? Non so questo coglione che ha fatto questa legge chi è? Per preparare un piatto ci vogliono 4 o 5 cuochi, come si fa? È vergognoso quello che stanno facendo al governo. I Cinquestelle stanno ancora rompendo le scatole», ha tuonato Vissani contro l’obbligo di portare le mascherine anche mentre si sta ai fornelli. «Come si fa ad assaggiare, poi ci si deve andare a pulire, si deve andare in bagno. Si deve essere disinfettati. Ma vi rendete conto?», ha protestato lo chef.
Lopalco: si sta dando troppa enfasi a questa storia»
Lopalco ha cercato di smussare: «Su questo possiamo ragionare», ha detto. «Si sta dando troppa enfasi a questa storia della sanificazione. In cucina ci sono già delle regole igieniche ferree, la diamo per scontata in una cucina».
Il problema della sicurezza è complessivo
Poi però ha aggiunto: «Il problema della sicurezza non si risolve con una sola misura. Bisogna mettere insieme tutta una serie di misure come quando si va su un cantiere. Non basta il casco ma servono anche le scarpe anti infortunistica. Devo avere le cinture e tutta una serie di interventi che migliorano la sicurezza in un luogo di lavoro».
Vissani: non si rendono conto di niente
Ma a quel punto Vissani ha sbottato: «Noi non siamo tabaccai che possiamo avere il plexiglas davanti. Allora chiudiamo e riapriamo a dicembre, chiudiamo che forse è meglio. Le aziende finiranno, non se ne rendono conto. Uno che ha 18 dipendenti come fa a pagarli a fine mese?».
Chi ha ispirato le disposizioni è uno che si siede a tavola nel ristorante e mangia sena conoscere che cosa c’è “dietro” quei piatti. Ecco, nelle task force qualche cuoco ci sarebbe voluto. Per non parlare di altri comparti.