Mafiosi a casa, l’ira del pm Maresca: consentite ai boss anche le videochiamate, non intercettabili
Alla fine di marzo lo storico pm di Napoli Catello Maresca aveva lanciato l’allarme sul fatto che la criminalità sa sempre sfruttare le situazioni di emergenza. Ora, dopo la scarcerazione dei boss, il magistrato è un fiume in piena. Traboccante di sdegno. Scrive su journo.it che si “è aperta una ferita difficilmente rimarginabile”. Ora altri mafiosi approfitteranno del precedente per andarsene in vacanza, nelle loro belle case. E anche per i magistrati più rigorosi sarà difficile dire di no. E accusa il Dap e la sua circolare del 21 marzo 2020 in cui si chiedevano i nominativi dei detenuti a rischio Covid.
Maresca se la prende con il Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) che ora cerca maldestramente di “discolparsi” e ha anzi consentito a esponenti dei clan di Secondigliano di fare videochiamte con skype ai loro familiari. Una cosa molto pericolosa perché le videochiamate non sono intercettabili. Tuttavia è stato proprio il Dap a dare l’autorizzazione. Anzi ha fatto di più: ha disposto con apposita circolare l’acquisto di 1600 telefoni cellulari per consentire ai detenuti i colloqui a distanza con i congiunti in tempi di emergenza sanitaria.
Secondo il magistrato il governo ha perso tempo prezioso pur avendo dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria a gennaio. Occorreva “individuare da subito le strutture dove poter ospitare e curare in condizioni di sicurezza i detenuti a maggiore rischio, quelli del 41 bis e dei circuiti differenziati. Si potevano allargare i reparti detentivi di ospedali come il Pertini di Roma e il Cardarelli di Napoli. Si potevano creare strutture nuove, come è stato fatto a Bergamo e a Milano. Niente”.
Quindi, tira le somme, Maresca si dice stufo di combattere da solo. “Io ho fatto questa battaglia anche per troppo tempo, e ci ho messo il cuore, ma ho perso”. Maresca, che ha subìto anche minacce per la sua contrarietà alla scarcerazione dei boss, si sente abbandonato e deluso e non esita a dire che il danno fatto è irrimediabile e che ci vorranno anni per risanare una ferita del genere.