Marsilio a Conte: “Vogliamo chiarezza e autonomia decisionale. Si spendano i soldi fermi in cassa”

15 Mag 2020 15:45 - di Eugenio Battisti

Linee chiare e indipendenza decisionale delle regioni. Queste le parole d’ordine ribadite da Marco Marsilio nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con Conte. All’ordine del giorno le riaperture e il riavvio delle attività economiche.

Marsilio a Conte: chiarezza e indipendenza

“La Regione Abruzzo – ha spiegato il governatore – ha fatto da apripista con la maxi ordinanza di ieri. Nella quale ci sono criteri meno restrittivi per ristorazione e balneazione. Tanto da attirarci le critiche dell’opposizione quasi come se stessimo facendo qualcosa di eversivo. Mentre anche il governo ha riconosciuto utile, opportuno restituire alle regioni quel potere decisionale sulla riapertura delle attività”

Marsilio ha ribadito la necessità che le linee guida del decreto legge dovranno concedere alle regioni la facoltà di anticipare l’apertura e il riavvio delle attività. “Potremo quindi muoverci anche nel rispetto dei protocolli Inail che sono indicativi ma non prescrittivi.  Anche se qui nasce la disputa sulle distanze degli ombrelloni in spiaggia, 4 metri piuttosto che 5, dei tavoli nei ristoranti, due o tre. Servono regole precise”.

Chiarezza. Questa la parola chiave. La parola che scarseggia nei provvedimenti del governo,. Fin dall’inizio dell’emergenza. “Io ho raccomandato chiarezza, tutto deve essere definito con chiarezza per evitare pasticci e incomprensioni. Per non finire in un contenzioso giuridico. E’ necessario delimitare con chiarezza i poteri delle regioni e i limiti dettati dall’Inail. Che non siano indicazioni di puro principio e che siano economicamente gestibili”.

Il governatore di Fratelli d’Italia si è detto preoccupato. “Il problema è serio. Ci sono 5 miliardi di mancate entrate per le regioni che stanno sostenendo uno sforzo economico enorme. Per integrare o sopperire a quelle misure non adottate dal governo per il rilancio e protezione dei più deboli”.

Marsilio poi fa il punto della sua Regione. “Con il ‘Cura Abruzzo’ abbiamo stanziato 5 milioni di euro per le famiglie più in difficoltà. Alle quali arriveranno sul conto corrente mille euro; sono famiglie con più figli a carico, con disabili a carico. E malgrado i criteri fossero rigidi ben 18mila famiglie hanno risposto al bando. Sono tantissime, non immaginavo così tante. E da questi sono esclusi coloro che hanno la cassa integrazione. O il reddito di cittadinanza, il numero è enorme”.

Il governo non pensa ai terremotati

Tra le carenze del decreto nazionale l’assenza di misure per i terremotati. “Per questo ho chiesto ai parlamentari abruzzesi di intervenire sul governo.  Non vorrei proprio che con questa crisi economica, grave certamente, la situazione dei terremotati passi in cavalleria. Non si può dimenticare che questo territorio ha subito tre catastrofi in un decennio, Come possono rialzarsi ristoratori, balneari, albergatori abruzzesi? E’ dura. Servono risorse perché qui non è come il resto del Paese”.

Marsilio poi parla di soldi fermi in cassa che sarebbero spendibili a saldo zero per lo Stato. “Un’altra misura che ho chiesto è quella di poter utilizzare quei soldi fermi in cassa. Per l’Abruzzo sarebbero circa 30 milioni. Che non possiamo spendere per la norma del rientro del disavanzo amministrativo. Ma in tempo di guerra, e ora lo siamo, bisognerebbe poter fruire di tutto. Soprattutto se per lo Stato è a saldo zero. La caratteristica degli abruzzesi è la resilienza”, ha concluso il governatore, “lo spirito positivo che ci fa resistere e andare sempre avanti”.

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