Mascherine? No, grazie. Monta in tutto il mondo la protesta dei No-Mask

25 Mag 2020 13:33 - di Laura Ferrari

Arriva la carica dei No-Mask. La corrente di opinione pubblica contraria all’uso di mascherine. Dall’India al Brasile, dall’Australia al Regno Unito, aumentano a macchia d’olio i cittadini che protestano contro le misure del lockdown. Molti di loro le ritengono assolutamente inutili, se non dannose.

Nello scorso week end, in diverse città della Germania, migliaia di manifestanti hanno protestato contro il governo. I media internazionali li hanno già arruolati tra i “complottisti”. Un caso a parte, in Italia, merita la protesta delle mascherine tricolori, che hanno contestato le misure (inesistenti) del governo per l’emergenza coronavirus.

Coronavirus, le proteste dei no-mask

Enrico Bucci, biologo e docente alla Temple University di Filadelfia, in prima linea nella divulgazione scientifica sul coronavirus, sulla propria pagina Facebook riflette sui parallelismi tra questo movimento No-mask, pubblicando una foto a corredo del post di manifestanti contro l’uso del dispositivo di protezione, e quello che accadde a San Francisco durante l’epidemia di spagnola nel 1919.

No-mask, il parallelo con chi non temeva la Spagnola

Allora la revoca dell’obbligo delle mascherine costò migliaia di morti. “Quando, in seguito alla ripresa dell’epidemia di spagnola a San Francisco all’inizio del 1919, il dottor William C.Hassler – a capo del comitato incaricato di contenere il virus – convinse il sindaco ad emettere una nuova ordinanza per imporre nuovamente le mascherine al pubblico, gli oppositori si organizzarono in una ‘Lega contro la maschera’ – ricorda Bucci – La Lega riunì migliaia di cittadini di San Francisco. Anche le proteste nel 1918 e 1919 furono organizzate per ragioni che andavano oltre quelle sanitarie. La sfiducia nei confronti degli esperti e nel punto di vista del governo era molto forte. Si diede credito all’idea che l’importante produttore locale di maschere Levi Strauss fosse in realtà interessato al profitto che poteva realizzare e corrompesse il governo cittadino”.

La lezione del 1919 di San Francisco

I no-mask erano all’opera anche cento anni fa. “Era una questione di legittimità del potere statale. Sottolineava il disagio dei cittadini che non potevano vedersi l’un l’altro – osserva il biologo evidenziano le affinità con quello che sta accadendo ai nostri giorni – Nascondersi pubblicamente è sempre stato associato all’illegalità e ai comportamenti ritenuti antisociali o devianti. E ci fu anche chi associò le mascherine alle museruole con cui si controllavano gli schiavi neri per impedirgli di parlare. La letteratura medica era scarsa. Un funzionario sanitario canadese mise in dubbio anche l’efficacia delle maschere, dicendo che era abbastanza chiaro dalle prove epidemiologiche come indossando le maschere, i numeri fossero aumentati: un classico caso di inversione della correlazione, che scambiava la causa con l’effetto”.

Un esperto racconta i no-mask del 1919

“All’inizio di febbraio 1919, le mascherine furono nuovamente abbandonate, nonostante, già il 21 novembre 1918 Hassler, il Fauci dei suoi giorni, avesse sottolineato che avevano probabilmente prevenuto 20.000 casi di influenza e salvato 1.500 vite”, conclude Bucci. “San Francisco finì per essere una delle città più duramente colpite dall’influenza”. (Foto di proteste dei No-mask in Cile, foto Ansa 18 maggio 2020)

Commenti

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  • Anna Maria BRUNI 9 Giugno 2020

    Finalmente una voce ” CONTRO” lo strapotere delle DITTATURE SANITARIE!
    Aboliamo questo orpello omologante e moritifcante !