
Primo Maggio, Di Maio fa il partigiano: cita Pertini e stavolta “dimentica” Almirante
Pensate, solo quattro anni fa Luigi Di Maio ricordava a tutti che nel suo Pantheon, e in quello dei grillini, trasversali, apartitici e post-ideologici, c’erano Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante e la Democrazia Cristiana.
In un comizio a Fabriano per sostenere il candidato sindaco del M5s, l’attuale ministro degli Esteri aveva detto: “A questo ballottaggio non c’è destra né sinistra: i valori ognuno di voi se li porta dentro di sé, ricordando Berlinguer, Almirante o i leader della Dc. Qui non c’è da votare per la destra o per la sinistra ma per chi vuole prendersi un’opportunità per non deludervi”.
Poi la sera, ospite del salotto televisivo di Bruno Vespa, aveva definito così il M5s: “È un movimento post ideologico, ma porta con sé tante idee che erano state i cavalli di battaglia dei partiti di destra e di sinistra, valori che sono dentro ognuno di noi. C’è chi si rifà a quelli portati avanti da Berlinguer, chi a quelli di Almirante, chi a quelli della Dc“.
Scandalo, polemiche, con Giggino costretto quasi a scusarsi per quel riferimento al grande leader del Msi e della destra italiana. L’anno dopo, in occasione di una intervista, aveva citato invece Sandro Pertini. Ma allora stava con i leghisti, e le critiche arrivarono come una bufera.
Pertini e il partigiano Di Maio
Oggi Di Maio, il re delle gaffe internazionali, ci riprova: in un governo grillo-sinistro, ritira fuori la figurina del partigiano, nella speranza di fare contenti i suoi alleati di governo. “Oggi è il primo maggio, festa di tutti i lavoratori, e vorrei rivolgervi i miei auguri con quelle che furono le parole del presidente Sandro Pertini: ‘Gli italiani sono un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo’. Queste parole del presidente Sandro Pertini oggi assumono una valenza ancor più importante, in un momento in cui ci troviamo ad affrontare uno dei capitoli più difficili della nostra storia. Un momento in cui molte famiglie e lavoratori temono per il proprio futuro e anche per il proprio presente. Oggi, 1 maggio, nel giorno della Festa dei lavoratori, abbiamo il dovere di dirci che queste preoccupazioni non possono e non resteranno inascoltate”. Così il ministro degli Esteri più ondivago e politicamente confuso che si sia mai visto. Il partigiano Di Maio, ieri almirantiano e democristiano…
Di Maio, ma perché non torni a vedere le bibite allo stadio.???hahahahaha