Recovery Fund, Calenda rettifica la sinistra. “Non saranno 170 miliardi. E non arriveranno prima del 2021”

28 Mag 2020 10:49 - di Redazione
Nel giorno del Recovery FundCarlo Calenda si conferma un grillo parlante. Che spazza i facili entusiasmi della sinistra. Il fondatore di Azione in collegamento con Lilli Gruber a Otto e mezzo precisa i veri dati nel balletto di numeri delle ultime ore. Favorevole al piano messo a punto dalla Commissione europea,  su cui ora partirà la trattativa con gli Stati membri, mette in luce gli errori della vulgata ottimista.

Calenda: i 170 miliardi una bugia di stampa

Innanzitutto, dice Calenda “i 170 miliardi per l’Italia sono una speculazione di stampa. Perché si parla tra i 153 e i 170″. L’ipotesi, dunque, è ottimistica. Ma non basta. “La quota a fondo perduto di 80 miliardi viene finanziata da un aumento di contributi che l’Italia pagherà”. Esattamente come hanno sempre sostenuto Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Anche se Calenda, maestro di dialettica, non lo dice. Non può dirlo. “Il saldo è però positivo – spiega-  perché tra l’aumento di contributi e quanto prenderemmo la differenza positiva è di 26 miliardi“.  Ma attenzione, non arriveranno subito. Dai microfoni di Otto e mezzo l’ex Pd spiega che “verranno dati in 5 anni. Io credo che inizieranno ad arrivare nel 2021. Il tema per noi sarà sempre quello: se saremo capaci di spenderli. Noi dall’inizio della crisi abbiamo 3 miliardi che l’Europa ci ha messo a disposizione e sono ancora bloccati in un negoziato con le regioni”.

 

 

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