Scuola, Azzolina pontifica sulla didattica a distanza e prepara una “brutta sorpresa”
Il ministro Lucia Azzolina continua a navigare a vista. Il ritorno a settembre tra i banchi di scuola è tutt’altro che scontato. E così mette le mani avanti esaltando la didattica a distanza. «Ho avuto modo di ripetere in questi giorni che la chiusura delle scuole è stata molto sofferta. Il sistema scolastico però ha tenuto, ha reagito. Anche grazie alla didattica a distanza, unica vera alternativa, per settimane, all’abbandono degli studenti. Non è stata sostitutiva delle lezioni in classe: questo nessuno lo ha mai sostenuto. Facciamo didattica a distanza perché non possiamo riaprire le scuole in sicurezza. Non il contrario. Tuttavia, della didattica a distanza non dobbiamo avere paura. Paura che spesso è anche sospetto, rifiuto». Lo scrive il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, in una lettera su la Stampa, rispondendo all’appello degli intellettuali sull’importanza della scuola in classe.
Azzolina esalta la didattica a distanza
«Serve invece il coraggio di ammettere che la cosiddetta “Dad” ha tamponato un’emergenza e sta accompagnando un settore ferito dall’emergenza verso la convalescenza. La scuola sarà guarita solo quando tornerà in classe, naturalmente – continua Azzolina – Ma abbiamo l’opportunità di portarci dietro un bagaglio di competenze, esperienze e anche una dotazione digitale, che in tempo di “pace” avremmo ottenuto in alcuni anni, invece che in pochi mesi. Nel dibattito pre-Covid la scuola italiana era spesso definita arretrata, anche a causa della sua inadeguatezza dal punto di vista della strumentazione tecnologica».
Azzolina: «Lavoriamo sulla media education»
«I docenti italiani conoscono bene la complessità, spesso la frustrazione, di organizzare una lezione in classe senza connessione Internet. Non esiste l’equazione: innovazione uguale digitale. Ma il digitale è reale. Lo è per i nostri giovani. Ignorarlo sarebbe pericoloso – sottolinea il ministro dell’Istruzione –Impariamo piuttosto a parlare la loro lingua, lavoriamo sulla media education, accompagniamo cioè la fornitura di nuovi strumenti alla formazione di un corretto e consapevole utilizzo. Questa è la sfida».
Il digitale
«Questo è il dibattito che mi aspetto di ascoltare e al quale l’intera classe docente italiana so che vuole partecipare. Impariamo a vivere il digitale con complicità, non con estraneità. Credo sia davvero l’unico modo di valorizzarne l’utilizzo», continua. «Stiamo raccogliendo le proposte del nostro Comitato di esperti, dialoghiamo con parti sociali e gli Enti locali, attendiamo dal Cts una cornice di sicurezza dentro la quale inserire la proposta complessiva. Vogliamo rientrare tra i banchi. Per settembre lavoriamo a pieno regime, accogliendo il contributo di tutti – conclude – Non c’è alcun modello distopico all’orizzonte. Nessuna scuola in remoto. Riapriremo le scuole. Ma sarà anche necessario avere scuole più aperte».
Andate a cagher!