Silvia Romano libera ma col burqa. «Mi sono convertita all’Islam. Una mia scelta…»
«Sono stata forte». Queste le parole pronunciate da Silvia Romano mentre abbracciava, in lacrime, i genitori e la sorella al suo arrivo a Ciampino. «Sto bene per fortuna, fisicamente e mentalmente. Ringrazio le istituzioni, sono felicissima e ora voglio stare solo con la mia famiglia», ha dichiarato la cooperante rapita nel 2018 in Kenya e liberata sabato dopo 18 mesi di sequestro. Silvia Romano era stata ceduta a un gruppo di Al Shabaab e trasferita in Somalia. Presenti ad accoglierla i familiari, il premier Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio.
Silvia Romano in abito islamico
La 24enne, coperta e velata in un abito tradizionale islamico – e guanti monouso per le disposizioni imposte per contenere il contagio del coronavirus – non riesce a nascondere neanche dietro la mascherina il sorriso stampato sul volto. Lunghissimo l’abbraccio ai genitori con i quali si è lasciata immortalare dai fotografi presenti. Poi dopo alcune indiscrezioni uscite sulla sua possibile conversione all’Islam la ragazza ha confermato: «Mi sono convertita all’Islam, è stata una mia scelta».
Silvia Romano sarà ascoltata dai carabinieri del Ros
Silvia Romano sarà ascoltata dai carabinieri del Ros. L’atto istruttorio sarà svolto dal pm della Procura di Roma, Sergio Colaiocco e dagli ufficiali dell’antiterrorismo del Raggruppamento operativo dell’Arma. Gli inquirenti ricostruiranno con la cooperante italiana le varie fasi del sequestro.
La conversione di Silvia Romano
Prima ancora di confermare la sua conversione all’Islam, la notizia era stata anticipata dall’Adnkronos. Silvia Romano, si sarebbe convertita, durante la sua lunga prigionia in Somalia nelle mani di Al Shabab.
Nei mesi scorsi si erano già diffuse indiscrezioni. Sempre smentite dagli 007 italiani, sul fatto che la giovane italiana avrebbe sposato uno dei suoi carcerieri con un rito di religione islamica. E non si esclude che la conversione sia dovuta alle pressioni dei rapitori e alle difficili condizioni fisiche e psicologiche vissute dalla cooperante nei mesi di prigionia nei quali è stata ostaggio dei jihadisti. Fonti somale contattate dall’Adnkronos confermano la conversione della volontaria. Riferendo che potrebbe essere questa la ragione della “prudenza” usata dalla giovane nel rispondere alle domande degli investigatori locali al momento della liberazione.
Prelevata dagli 007 sulla strada Afgoye-Mogadiscio
Silvia Romano, che era vestita all’islamica quando è stata prelevata sulla strada Afgoye-Mogadiscio dagli 007 somali e turchi, a quanto spiegano le stesse fonti, sarebbe stata infatti molto cauta. Non fornendo indicazioni utili sui suoi sequestratori, secondo quanto riferito dalle fonti di Mogadiscio. Tutte circostanze ovviamente da prendere con la dovuta cautela e che dovranno trovare riscontro nell’interrogatorio della ragazza da parte dei pm romani.
Stockholm Syndrome
Io suggerisco all’antiterrorismo di controllare il cellulare di questa donna.
Ci sono troppi lati oscuri nella vicenda,inoltre chiederei di fargli rimborsare il riscatto
che abbiamo pagato noi tutti contribuenti
Quanti soldi dei cittadini italiani sono stati spesi? Sarebbe giusto che lo sapessimo visto che a pagare per il suo riscatto siamo stati TUTTI NOI…in tempi di coronavirus !
Una “sua” scelta. Fatele studiare la sindrome di Stoccolma; a stare in Africa si è primitivizzato il cervello. Contenta? Anche io per lei. Ora partorisce in Italia. Scelta azzeccata.
Sua spontanea scelta? Dubito. C’è sempre la questione della sopravvivenza o della sindrome di Stoccolma. La ragazza dice troppe volte che è sempre stata trattata molto bene. Comunque: bentornata!
perché l’abbiamo portata a casa?
Le hanno fatto il lavaggio del cervello…spero che si riprenda
Valeva la pena spendere 4 milioni di euro per avere indietro una fondamentalista?
“E’ stata una mia libera scelta convertirmi all’islam” Come no! Come quando le b.r. negli anni ’70 rapivano qualcuno, e il malcapitato “liberamente” leggeva i loro proclami contro lo stato imperialista delle multinazionali. Tutti capivamo che era una sua liberissima scelta, che non vedeva l’ora di continuare a stare chiuso per settimane in una stanza, e si divertiva da morire a leggere quei fogli, dopo essersi “convertito” al marx-leninismo.