Tribunali nel caos, l’ira degli avvocati: «In cancelleria c’è l’inferno…». Ecco il video denuncia

13 Mag 2020 18:38 - di Giorgia Castelli
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Nei tribunali è caos: il governo si è dimenticato di riorganizzare la ripartenza della giustizia. Ci sono file e assembramenti. E gli avvocati sono imbufaliti. Un video girato alla cancelleria del gip di Roma dimostra la drammatica situazione che hanno trovato gli avvocati alla riapertura. «La verità è che qui sta succedendo l’inferno», dice l’avvocato che ha registrato il video. «Stanno tutti a litigare. Non dobbiamo fare gli assembramenti, ma alla cancelleria del gip c’è l’inferno vero…».

Tribunali, la denuncia degli avvocati

Un disastro annunciato nelle cancellerie dei tribunali. Da tempo l’avvocatura tramite le associazioni di categoria Ocf-Ucpi e i Consigli dell’ordine denuncia come la giustizia in questi due mesi sia stata lasciata allo sbando. La decisione del governo di lasciare alle singole autorità giudiziarie di Italia di decidere sulla ripartenza ha fatto sì che in ogni tribunale di Italia ci siano protocolli organizzativi diversi. Il risultato è il caos. Uno smart working inesistente visto che le cancellerie penali lavorano solo su cartaceo ha portato a un arretrato di due mesi ingestibile. E a file interminabili nelle cancellerie. Senza contare che il 90% dei processi che non riguardano imputati detenuti sono stati rinviati dai magistrati a dopo l’estate paralizzando di fatto la macchina giudiziaria.

L’avvocato Rubeo: «È paralisi»

L’avvocato Stefano Rubeo, penalista e membro del direttivo dell’Associazione difensori d’ufficio di Roma fa rilevare come questi due mesi di blocco per lokdown abbiano portato a una vera e propria paralisi del sistema giudiziario. «In questi due mesi – dice l’avvocato Rubeo – nessuna cancelleria del settore penale ha di fatto lavorato. Lo smart working è rimasto sulla carta in quanto le cancellerie non sono dotate di sistemi da remoto. E tutto il lavoro viene svolto ancora con i fascicoli. Tra l’altro in questi due mesi da parte dell’autorità giudiziaria sia penale che civile sono stati emessi pochissimi provvedimenti in tutta Italia. Tutto è stato rinviato grazie alla sospensione dei termini  interpretato come un periodo di vacanza».

Un altro caos provocato dal governo

Rubeo osserva  che il «caos della ripresa è dovuto anche al fatto che il governo ha previsto che siano le singole autorità giudiziarie locali a disporre dei protocolli organizzativi. Una situazione assurda: in Italia sono stati emessi oltre 200 protocolli organizzativi. Di fatto ogni tribunale fa come crede. Quindi, noi avvocati siamo costretti di volta in volta a telefonare alla singola cancelleria, sempre se risponde. Per sapere qual è la modalità operativa per quel processo o per quella atto da presentare. Addirittura in alcuni tribunali si usano i fax, in altri si usano le Pec. In altri le mail semplici, in altri bisogna prenotare per andare direttamente in cancelleria. Un vero e proprio girone infernale».

«Rinviato il 90% dei processi»

E poi ancora: «Ma la cosa più grave è che il 90% dei processi che non riguardano imputati detenuti sono stati rinviati a dopo l’estate. Con conseguenze, ovviamente, non solo per i cittadini ma per gli stessi avvocati che non potranno guadagnare nulla sino ad allora e avendo da pagare affitti e spese. Senza contare che sono terminati i fondi per il pagamento delle parcelle del  patrocinio a spese dello Stato. E nonostante questo sia stato più volte denunciato dalle associazioni di categoria al momento non è stato rifinanziato il capitolo di bilancio relativo. Quindi, l’avvocatura in questo modo è stata portata veramente alla fame. Non potendo fare processi, infatti, e non potendo nemmeno ottenere le parcelle che sono maturate da anni del patrocinio a spese dello Stato si trova in seria difficoltà. Con gli affitti e le segretarie da pagare  – conclude Rubeo – per 5-6 mesi non solamente per due mesi di blocco già passati».

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