Zaia prende a sberle il governo: «Abbiamo fatto tutto da soli e qualcuno diceva che sprecavo soldi»
«Lei pensi che cosa sarebbe stata questa epidemia se tutto fosse stato gestito dal governo». Luca Zaia va avanti come un carrarmato, puntando il dito contro il governo. «Sono mancate le indicazioni basilari. Abbiamo sentito che le mascherine ai non malati non servivano. Ne abbiamo sentite tante», dice in un’intervista al Corriere della Sera. «Qui tutto è accaduto su scelte nostre, a partire dalla chiusura di Vò euganeo. Abbiamo fatto subito i tamponi alla popolazione di quel comune e poi ad allargare il cerchio. Mi dicevano che sprecavo soldi. A proposito, e i tamponi? Noi li abbiamo fatti con il sistema veneto, ma non è che qualcuno si fosse dotato di magazzini di tamponi».
Zaia: abbiamo riaperto tutto
«In Veneto abbiamo riaperto tutto». Luca Zaia lascia indietro Conte e l’ammucchiata rossogialla. L’ha detto fin dall’inizio, ai tentennamenti del governo risponde con l’azione. «Mancano alcune attività», riporta l’Adnkronos. «Per questo in settimana emanerò una nuova ordinanza che riguarderà in primis i centri estivi e l’apertura dei parchi divertimenti, luna park, spettacolo viaggianti. Potranno riaprire se non dal 25 maggio al massimo entro il 2 giugno».
Cinema e teatri
«Pronta l’ordinanza riguardante il trasporto pubblico locale», spiega il governatore del Veneto. «Abbiamo verificato tutto il tema della cultura, tutto quello che possiamo fare lo facciamo. Sono disposto a firmare una ordinanza ma abbiamo un Dpcm. In ogni caso i teatri, cinema e tutti i centri aggregazione legati alla cultura saranno trattati in modo paritetico».
Ordinanza più severa rispetto a quella nazionale
«La multa da 400 a 3mila euro per aver infranto l’obbligo dell’uso dei dispositivi di sicurezza – e in primis della mascherina – non l’ho inventata io. È prevista dal decreto legge del 26 marzo. Rispetto all’ultimo Dpcm in Veneto abbiamo previsto l’obbligo sempre quando si esce di casa, ed è una scelta che va a salvaguardare la sicurezza dei cittadini. Si tratta di una scelta di responsabilità». Zaia risponde alle critiche per la norma inserita nell’ordinanza regionale, più “severa” rispetto a quella nazionale.
«Abbiamo avuto 1800 morti»
Un motivo dettato, ha spiegato il governatore, dal fatto che «nella nostra regione abbiamo avuto 1800 morti e il virus ancora c’è. Capisco che sia un’ordinanza che non piace, ma si tratta di un “sacrificio” di altri 12 giorni, fino al 2 giugno, periodo in cui vedremo come vanno i dati, se ci danno ragione le mascherine non le useremo più. Anche se dovremo portarcele con noi per un bel pezzo».
Zaia e quella notte con Conte
Zaia racconta quindi i retroscena nella trattativa tra Regioni e governo per arrivare al via libera finale della fase 2. «Di notte ci siamo trovati con la prima bozza del Dpcm, ma è saltata l’intesa perché le linee del Dpcm non erano praticabili. Si prestavano a confusioni e le Regioni non erano neppure nell’allegato. Alla fine abbiamo incontrato il premier Conte nella notte con il ministro Boccia e abbiamo chiuso la partita con un impegno formale per le riaperture con la valutazione epidemiologica».