Spaccio e degrado nella baraccopoli di stranieri a San Lorenzo. I cittadini: “Morirà un’altra Desirée”

26 Giu 2020 15:57 - di Gigliola Bardi
san lorenzo

Una baraccopoli che diventa ogni giorno più grande e che, soprattutto, è ormai una consolidata centrale di spaccio. Arriva ancora da San Lorenzo l’ultima testimonianza di come nel cuore di Roma il degrado continui a conquistare terreno, tra l’indifferenza delle istituzioni e la paura dei cittadini che inutilmente continuano a denunciare.

I cittadini di San Lorenzo temono “un’altra Desirée”

Ad accendere nuovamente i riflettori sulla tendopoli di stranieri a ridosso delle Mura Aureliane è un reportage de Il Giornale, firmato da Elena Barlozzari e Alessandra Benignetti, le stesse giornaliste che già un mese fa avevano denunciato quest’ennesimo sfregio alla sicurezza nella Capitale e, in particolare, in questa zona diventata tristemente nota a seguito della morte di Desirée Mariottini. E proprio a quell’omicidio fa riferimento il titolo dell’articolo. «”Qui morirà un’altra Desirée”. Il fortino dei migranti fa paura», recita, riportando le preoccupazioni dei cittadini.

La droga venduta ai giovanissimi

Il quadro che viene descritto è quanto mai allarmante: tende di stranieri sbandati che ogni giorno diventano sempre più numerose; risse; coltelli; lanci di bottiglie. E poi droga, tantissima e di ogni tipo: “Marijuana, cocaina, eroina e crack”, riferiscono le due giornaliste. A comprarla e consumarla ci sono anche giovanissimi, proprio come Desirée, prima violentata e poi lasciata morire di overdose dai pusher a 16 anni. “Giovedì pomeriggio ce ne sono tre a mettersi in fila fuori dall’accampamento. Avranno al massimo 17 anni“, si legge nell’articolo.

Le denunce – inascoltate – dei cittadini

“Abbiamo fatto decine di segnalazioni, ma non si è mosso nessuno“, è la testimonianza di Augusto, un uomo di 78 anni che abita a San Lorenzo da sempre, raccolta dal Giornale. Il proprietario di un bar della zona chiarisce poi che “tutti i giorni è la stessa storia: si bucano, fumano il crack, spacciano. Tutto in pieno giorno e davanti ai passanti, anche donne e bambini”.  E, ancora, un residente trentenne: “Sono sempre fatti, si prendono a bottigliate, lasciano le siringhe usate sui marciapiedi. Mi preoccupo per i bambini, gli anziani o le ragazze che magari di notte tornano a casa da sole”. “Sapete come andrà a finire? Ci sarà un altro morto proprio come è successo con Desirée”, è dunque il drammatico pronostico di un altro anziano del quartiere, mentre è il Comitato Mura Aureliane a ricordare che “l’ultimo esposto in Municipio su quella situazione fu fatto soltanto quindici giorni prima che la ragazza morisse”. Ma gli allarmi lanciati dai cittadini caddero nel vuoto. Proprio come avviene oggi.

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