Conte sogna il bagno di folla, va a prendere un caffè e si becca fischi e urla: «Buffone, buffone»
Da Conte a Di Maio, il continuo chiedersi allo specchio chi è il più bello del reame porta a brutte sorprese. La realtà è ben diversa dal paradiso ovattato di Palazzo Chigi. I discorsi caramellati («il nostro governo ha fatto…») e le conferenze stampa con il tono del papà che parla ai figlioletti non funzionano. O meglio, possono funzionare una volta, due, ma non a oltranza. Poi esce fuori la rabbia di chi vive sulla propria pelle i ritardi e le contraddizioni del governo giallorosso.
Le illusioni di Conte finiscono quando esce da Palazzo Chigi
Succede quindi che Conte si trova nel bel mezzo delle contestazioni. Non se l’aspettava, il premier col ciuffettino. Aveva convocato i giornalisti all’aria aperta in Piazza Colonna per esaltare le sue gesta eroiche. Sperava nel bagno di folla, che fa sempre sensazione. Dopo aver risposto alle domande, ha detto: «Fatemi andare a prendere un caffè. Però da solo. Non seguitemi». Andare a via del Corso fa sempre colpo, c’è la possibilità dei flash e degli applausi.
La contestazione: «Dacci i soldi», «vattene»
Nel frattempo, però, i passanti e i giovani avevano formato vari capannelli, incuriositi dalle telecamere e da quanto stava accadendo. Quando hanno visto Conte sono partiti i fischi, le urla e le contestazioni. «I soldi, vogliamo i soldi! La cassa integrazione!», urlavano dalla strada. Qualcuno ha cominciato ad andare giù pesante: «Buffone, buffone», «vattene a casa». Il premier ha provato a parlare con loro, togliendosi la mascherina. Ma vista la rabbia della gente ha prefeerito fare dietrofront e tornare a Palazzo Chigi sibilando un «impossibile».
Conte e le telecamere di Bechis
Il deputato del M5S, Luca Carabetta, ha tentato di minimizzare e di tranquillizzare Conte: «Erano ragazzi, si facevano i selfie». Ma – sfortunatamente per lui – c’era la videocamera di Franco Bechis che aveva ripreso tutta la scena.