Feltri spara a zero contro “Petrolio” su Rai 2: «Accuse a ca**o, i morti di Covid non sono una specialità lombarda»

7 Giu 2020 11:29 - di Lara Rastellino
Vittorio Feltri foto Ansa

Nella furia dei cecchini pronti a sparare sulla Lombardia, buttando il fumo negli occhi dell’opinione pubblica, Vittorio Feltri cerca di fare chiarezza. o meglio, stana i responsabili di una campagna d’odio ordita dalla politica e orchestrata dai media, mirata ormai inequivocabilmente ad accreditare colpe ai bersagli di turno, semplicemente in quanto avversari politici. Una macchina del fango, quella ordita contro la Lombardia, i suoi amministratori  e persino i suoi cittadini, che Feltri prova a sbugiardare con tutte le sue forze.

Feltri contro la Rai e l’ultima puntata di “Petrolio”

Dunque, nell’ultima puntata di quella che è diventata ormai una telenovela dell’orrore, tra tweet e editoriali, dalle colonne di Libero Feltri rilancia: «Uno dei nuovi “sport” in Italia ai tempi del contagio, anche se ormai quasi definitivamente archiviato? Dar contro la Lombardia, regione di presunti appestati da coronavirus. Una vergogna che si ripropone da molte parti». Nel mirino del giornalista e polemista tv, stavolta finiscono la Rai e, in particolare la trasmissione Petrolio, condotta su Raidue da Duillio Giammaria. Il tema al centro dell’ultima puntata era, appunto, il caso del contagio virulento nella regione amministrata da Attilio Fontana.

«Accuse a ca**o contro la sanità regionale»

«Anche Petrolio ce l’ha con la Lombardia senza un vero perché», tuona allora il direttore di Libero rileggendo in controluce il programma. Poi aggiunge: «Ha ragione Melania Rizzoli che spiega le difficoltà del Covid anziché accusare a caz*** la sanità regionale». E del resto, solo venerdì, sempre sullo stesso argomento, ma riferito all’improvvida uscita di Bersani, Feltri aveva stigmatizzato: «”Con la destra al governo non sarebbero bastati i cimiteri”?. Come se i morti di Covid, in ogni caso assai numerosi, fossero una specialità della Lega e partiti affini». Poche parole, rimbalzate in un tweet, che aprono a una discussione ben lungi dall’essere risolata in 15o caratteri…

 

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