Fontana querela “Il Fatto”e diffida “Report”: «Contro di me attacco politico vergognoso»
Altro veleno sul presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana da parte della stampa. È finito sotto attacco da parte de Il Fatto Quotidiano che con un articolo ha anticipato quelli che saranno i contenuti della nuova puntata di “Report”. Ora Fontana fa sapere di voler querelare il quotidiano diretto da Travaglio. «Ho dato mandato ai miei legali di querelare Il Fatto Quotidiano», spiega il presidente, in quanto «si tratta dell’ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste». L’articolo e l’inchiesta di Report raccontano di una fornitura di camici medici durante l’emergenza Covid-19. Fatta dalla società Dama Spa, partecipata dalla moglie di Fontana.
Fontana: «Nessun pagamento per quei camici»
«Agli inviati della trasmissione televisiva Report – prosegue Fontana – avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da Aria e che non sono mai intervenuto in alcun modo. Oggi il titolo di prima pagina del Fatto e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie. E invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente. Proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento».
Accuse “capziose”
Secondo il governatore, «il testo del Fatto in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante Aria non ha eseguito nessun pagamento per quei camici. E l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione Report dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda».
La ricostruzione di Fontana
Dama è, secondo il governatore, «tra le tante aziende lombarde che hanno accolto la nostra richiesta di aiuto». Durante il periodo di crisi sanitaria, ricostruisce Fontana, «appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti. La Regione Lombardia è stata costretta ad incaricare la propria centrale acquisti, Aria spa. Per assicurare l’approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l’emergenza. Ricorrendo all’istituto della procedura negoziata ex art. 53 d.lgs. 50/2016 Codice degli appalti. Ogni giorno servivano centinaia di migliaia di mascherine, camici, visiere con urgenze. E quantità che superavano di almeno cento volte. In alcuni casi anche migliaia, le ordinarie necessità di approvvigionamento pre Covid», spiega.
L’intervento di Dama
Da qui, l’intervento di Dama (Paul&Shark). Che aveva convertito la sua produzione in dispositivi di protezione individuale per medici e operatori sanitari. Lo scorso 14 aprile, c’erano articoli di stampa che ne parlavano e la stessa società «si è distinta anche con una donazione di 60mila euro sul fondo straordinario per l’emergenza istituito da Regione Lombardia. E ha fornito gratuitamente mascherine e camici ad ospedali e amministrazioni comunali».
Le forniture
Insomma, alla Dama SpA, una volta ottenute le certificazioni indispensabili per l’utilizzo sanitario, «il 16 aprile vengono ordinati 7mila set costituiti da camice, più copricapo, più calzari. Al costo a 9 euro. (Prezzo più basso in assoluto) e 75mila camici al 6 euro (anche questi i più economici). Le forniture iniziano il giorno dopo e vengono immediatamente distribuite nei reparti ospedalieri per proteggere medici e infermieri». L’emissione della fattura è “l’automatismo burocratico”. A cui segue, però, la nota di credito per non incassare. «Nessuna accusa – conclude il presidente – può esser fatta a coloro che nel periodo di guerra al Covid-19 hanno agito con responsabilità e senso civico per il bene comune. Respingo fermamente ogni strumentalizzazione affidando alle autorità competenti la tutela della Regione Lombardia».
La solidarietà della Lega
«È scandaloso che un atto di beneficenza venga trasformato, da alcuni media, in un’altra campagna di odio contro la Lombardia. E contro il governatore Fontana». Così Roberto Anelli, capogruppo della Lega al Pirellone. «Piena solidarietà – continua – al presidente Fontana, vittima dell’ennesimo tentativo mal riuscito di infangare non solo l’azione politica della giunta regionale ma l’intera Lombardia». Ad Anelli viene «il sospetto, o forse sarebbe meglio dire la certezza, che questi polveroni vengano sollevati per nascondere vicende nazionali ben più gravi. Dai disastri compiuti dal governo al caso Palamara. Situazioni che meriterebbero ben maggiore risalto, data la pericolosità per l’intero sistema democratico».
Come di consueto si mette da parte la politica e si attacca la persona cosicché per la proprietà transitiva si attacca la parte politica. fa bene Fontana a querelare Travaglio e spero che la question sia gestita da un magistrato che non faccia parte della cricca “Palamara” cosa molto difficile nella procura milanese! Ma se Cristo ci fa la grazia e si dimostra che Travaglio è un manipolatore oltre che un diffamatore, il danno risarcitorio deve essere tale da far piegare le ginocchia a chi infanga….vedremo in un caso o nell’altro come andrà a finire. Purtroppo il caso mascherine di Zingaretti nel Lazio dove le evidenze ci sono che fine sta facendo??? già non se ne parla più??
Vai Fontana e colpisci duro………….quei cialtroni nel salotto della Gruber sulla 7 tutte le sere coprono di fango e menzogne tutto il centro-destra, su qualsiasi cosa, fanno i cantori del Conte dalle braghe onte e dei ladroni tassatori del PD, ma prima o poi si tornerà a votare e allora le pagheranno tutte, il popolo italiano non dimentica e sa essere molto vendicativo.
Personalmente e senza pregiudizi, visti i vari scandali già dai tempi di altri noti governatori della Lombardia (qualcuno finito anche in galera), faccio fatica a credere alla buona fede e degli argomenti difensivi di Fontana. Vedremo cosa diranno le indagini di chi di dovere.