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Il Gip “scagiona” CasaPound, ma a qualcuno non va giù: la macchina del fango non si arresta

Politica - di Valeria Gelsi - 11 Giugno 2020 - AGGIORNATO 11 Giugno 2020 alle 17:59

Lo stesso pezzo – firmato da Francesco Salvatore e Maria Elena Vincenzi e non dal solito “esperto” di fascisteria Paolo Berizzi – sembra volersi rifare più alla cronaca che all’ideologia, sebbene scivoli su un tentativo di mettere sul banco degli imputati gli occupanti, presentati di fatto come scrocconi e non come persone in emergenza abitativa.

Lo scontro tra Raggi e il Mef

Anche il Fatto Quotidiano punta sulla vera notizia della vicenda sequestro preventivo. «Il gip su CasaPound: “Non istiga al razzismo”. Sgombero lontano. Raggi: “Il Mef ci segua”», è il titolo del giornale di Marco Travaglio, mentre Il Messaggero scrive «CasaPound, sì al sequestro del palazzo occupato», per poi puntare a sua volta sullo scontro tra Campidoglio e Mef: «Gualtieri: ora tocca a Raggi». Infine, Il Tempo che titola secco su «Sfratto notificato a CasaPound», spiegando nel sommario: «Consegnato agli “irregolari” il decreto di sequestro preventivo per occupazione abusiva. Ma il giudice non ha accolto le richieste della Procura sulla discriminazione razziale».

“Contro CasaPound calunnie e menzogne”

Della vicenda si è occupato anche il giornale online 7Colli. “Contro CasaPound ci hanno provato con le calunnie e le menzogne. Le menzogne attraverso dichiarazioni e titoli di giornali e tv. Le calunnie attribuendo reati gravi”, ha scritto nell’editoriale di Francesco Storace. Il direttore, dunque, mette in luce come l’attacco verso le “tartarughe” arrivi da più parti e sia quanto mai ostinato. Anche in questo round, del resto, si è visto che per un gip che smonta le “calunnie”, si trova sempre qualcuno pronto a montare le “menzogne”.

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di Valeria Gelsi - 11 Giugno 2020