
Il Mes continua a dividere Pd e M5S. Ma in nome della poltrona i grillini lo ingoieranno presto
L’operazione per far ingoiare ai Cinquestelle anche il Mes è già partita. E tutto lascia pensare che sarà meno difficoltosa del previsto, complice anche lo spiccato senso pentastellato per la poltrona. La prima fase l’ha avviata Kalin Anev Janse, il direttore finanziario del Mes. Secondo i suoi calcoli, riferiti dall’Huffington Post, se l’Italia decidesse di attivare il salva-Stati, non pagherebbe interessi. I fondi sarebbero a costo zero. Anzi, se si indebiterà fino a sette anni, il tasso d’interesse sarà addirittura negativo (-0,07 per cento). Una vera pacchia, dal momento che dovrebbe restituire meno di quanto preso. Se invece il prestito è decennale, il tasso torna positivo: + 0,08. Una percentuale molto più bassa della media di mercato.
Cottarelli: «Possiamo fidarci della Ue»
A sentire Janse, dunque, non ci sono trucchi. La questione è ora tutta politica, perché non v’è dubbio che il costo quasi zero del Mes è solo un fastidio per il M5S. E anche per il governo, dal momento che il Pd non fa mistero di voler utilizzare quei fondi. Uno sprone ad attivare il fondo arriva anche da Carlo Cottarelli. Audito dalla commissione Politiche Ue della Camera, il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici quantifica in 36 miliardi il flusso di denaro verso l’Italia. Servono per le spese sanitarie “dirette“ e “indirette“. Solo su queste, assicura Cottarelli, scatterebbe la “condizionalità” della “sorveglianza rafforzata” sulla gestione di quei fondi da parte dell’Italia. «Mi sembra – ha concluso – che ci si possa fidare».
Il grillino D’Incà: «Non vogliamo il Mes»
I calcoli di Janse e le parole di Cottarelli sono musica celestiale per il Pd. «Il Mes per come è costruito è molto conveniente dal punto di vista dei tassi di interesse», gongola dai microfoni di Radio anch’io, il viceministro Misiani. Che poi allunga lo zuccherino ai colleghi del M5S accennando al Recovery Plan nazionale. Ma sul Mes, insiste, «dobbiamo avere un approccio pragmatico». Al momento, però, il M5S è ancora attestato sul “no”. «Noi – ha replicato il ministro D’Incà – vogliamo accelerare i fondi del Recovery Fund. Le aste per i Btp stanno andando molto bene».
Ribaltiamo il discorso e domandiamoci chi sia capace di costruire e gestire progetti utilmente in linea con qualsiasi finanziamento europeo, non solo MES. E’ scontato che questo governo è inadatto ed a rischio di pesanti condizionamenti punitivi futuri. Mi domando se la nostra parte si ponga seriamente il problema in prospettiva fattuale ed operativa: non penso che noi, da patrioti, ci si accodi alle posizioni aprioristiche di Bagnai, Borghi e dei 5stelle. Mi auguro un impegno più concreto.
Una ventina di dichiarazioni degli “esperti” di MES, attestano che il M5S l’abbia già digerito da mesi, settimane, giorni … quasi un giorno si, un giorno no.
Si fa tutto in nome della POLTRONA. Ma oggi, chi crede ancora in una politica fatta per i cittadini? Per quello che mi riguarda, sono anni che non ci credo più. Posso credere solo a chi potrebbe fare meno danni e a chi mi garantisce la sicurezza sociale e giuridica. Altro no. In questo periodo, avrei voluto leggere che ad esempio Napolitano avesse rinunciato ad un anno di pensione. Mi avrebbe fatto enormemente piacere, in quanto avrei apprezzato un gesto nobile. Ma nessun politico ha proposto in Parlamento un taglio a premi, gettoni, vitalizi, pensioni, rimborsi, ecc., ecc. Avrei voluto assistere ad una politica sensibile alle difficoltà dei cittadini.