La scadenza del Quirinale sbarra la strada alle urne. Il centrodestra si dia una strategia da qui al 2022
Parliamoci chiaro: il centrodestra (neanche tutto, in verità) non caverà un ragno dal buco se continuerà a puntare tutte le sue fiches solo sulla richiesta di elezioni anticipate. Non sempre la politica è una mano di poker. Spesso, anzi, è una partita a scacchi. E non c’è dubbio che quando di mezzo c’è un Parlamento deciso a tutto pur di durare, partiti ridotti ad ectoplasma, una Ue arroccata a difesa dell’esistente in linea con l’intero mainstream cultural-editoriale, una mossa ben calibrata può rivelarsi più utile di una giocata d’azzardo. Tanto più considerando che nel 2022 ci sarà il cambio di guardia al Quirinale, l’unico obiettivo che tiene in piedi il caravanserraglio del Conte-bis.
La sola richiesta di elezioni anticipate non basta
Lo sa bene Matteo Renzi per averlo spiattellato senza veli né reticenze in occasione del harakiri agostano dell’altro Matteo, Salvini. Da quel dì è tutto chiaro, anche troppo: fintanto che i sondaggi premieranno il centrodestra, le urne resteranno un miraggio. È insopportabile, antidemocratico, antipopolare, ma è così. E quand’anche il Conte-bis dovesse precipitare dal trono di cartone sul quale è assiso, la maggioranza del Parlamento – come ha avvertito il leghista Giorgetti – s’offrirà (con l’apostrofo, rigorosamente) alla «Divina provvidenza» pur di tagliare il traguardo dell’elezione presidenziale. Avremo l’ennesimo premier “non eletto” dal popolo. Ma sarà facile obiettare, a chi griderà allo scandalo, che è così che funziona una democrazia parlamentare.
Elezione del Presidente tabù per il centrodestra
Del resto, è tradizione consolidata che il centrodestra non tocchi palla quando c’è da eleggere il presidente della Repubblica. Può solo favorire l’unanimità (modello Ciampi) o la continuità (Napolitano-bis). L’unica volta – correva l’anno 2006 – che avrebbe potuto eleggerne uno d’area, la spettacolare rimonta sul centrosinistra in odore di facile vittoria si arrestò di colpo nei seggi della Campania facendo mancare alla coalizione di Berlusconi 24mila voti, meno di tre voti a Comune. Storie vecchie, certo. Ma utili a capire che la strada che porta alla fine della legislatura è già tracciata. E che si deve provare a condizionare quel che non si è riusciti ad impedire. D’altra parte, è proprio la presenza di un “piano B” la prova principe della validità del “piano A” .
La costituzione prevede che in regime di ‘vacazio’ sia il presidente del senato a condurre alle urne il paese, Chissà’ cosa vuol dire?
No, non prevede questo