L’esperto di cyberguerra demolisce Tridico: “L’attacco hacker all’Inps è inverosimile”
“Chi ha buona memoria ricorda nitidamente che quell’indimenticabile primo di aprile. Oltre al blackout, l’Inps riuscì a regalare la diffusione di dati personali appartenenti a soggetti diversi da quelli che cercavano di consultare le proprie informazioni”. Così il generale Umberto Rapetto, uno dei massimi esperti di sicurezza informatica italiani, che sul sito specializzato Infosec.news parla espressamente di “fantasmagorico flop del sistema informatico dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale”.
Chi è il generale Rapetto
“Tutti gli esperti di cyber security che non riescono a nascondere una profonda devozione per San Tommaso credo abbiano serie difficoltà ad accettare la versione dei fatti” di Tridico e soci. Per il generale Rapetto quindi l’attacco hacker al sito dell’Inps è una balla per coprire le deficienze del sistema informatico Inps.
Il sistema informatico Inps non ha retto, altro che pirati
Insomma, niente pirateria. La spiegazione sarebbe molto più elementare. “Fatale, nel giorno tragicomico del click-day per ottenere il bonus per i lavoratori autonomi, una delle misure-cardine del Welfare in pieno lockdown. Un semplice sovraccarico del sistema dovuto all’incapacità di reggere il traffico di richieste. La conseguenza? Disastrosa. Milioni di dati personali di italiani diventati di dominio pubblico in un secondo”.
Quindi, prosegue Rapetto nel suo intervento, le cose sono andate diversamente. “Spiace spegnere l’entusiasmo di chi assolve tout court il Presidente dell’Istituto Previdenziale e i suoi pretoriani. E poi, diciamocela tutta, entusiasmo per cosa? Per non essere (se mai fosse) stati capaci di difendere archivi elettronici e procedure dal rischio (certo non nuovo) di attacchi informatici? Entusiasmo per aver finalmente scoperto che il crimine organizzato si avvale di hacker per influenzare la vita di un Paese, per destabilizzare e per esercitare potere?
“Tutta colpa degli hacker? È un’invenzione”
“Se chi ha titolato “tutta colpa degli hacker” pensa – con spirito patriottico – di aver contribuito a frenarel’erosione della credibilità delle Istituzioni, probabilmente sbaglia. Le termiti che stanno divorando l’architettura di questa Nazione continuano a muovere le loro affilate mascelle, incuranti della stampa compiacente e delle promesse che i politici ogni giorno elargiscono a piene mani nella consapevolezza di non poter mantenere.