Lo squallore di Gualtieri: marchette mentre la Nazione è a pezzi
Del resto, Gualtieri è il ministro che si è attribuito pieni poteri nella gestione di quei quattrini e tocca pure sentire le sue prediche. Meloni lo ha suonato come merita. Perché gli ha ricordato che Fdi ha chiesto di togliere tutti gli sprechi e le marchette dal decreto Rilancio. Non è proprio il momento di sprecare risorse pubbliche in cose inutili. “Ci ha risposto che facciamo propaganda”, ha denunciato la Meloni.
Gualtieri si spieghi e ci spieghi che c’entrano con il rilancio post pandemia le vergogne che sono state infilate nel provvedimento. Dobbiamo spendere la bellezza di undici milioni per i viaggi destinati all’Expo’ di Dubai. Sarebbe bellissimo un giorno pubblicare nomi cognomi e funzioni degli escursionisti che poverini hanno tanto sofferto per il lockdown.
Già che c’era Gualtieri ha pure accontentato il suo collega Patuanelli. Il ministro dell’industria deve avere davvero poche competenze se è costretto a ricorrere a ben due milioni e mezzo di consulenze. Le prevedono per legge, non sia mai dovesse arrivare qualche mazzata dalla Corte dei Conti.
Decreto rilancio oppure legge clientela?
Il decreto rilancio – da ribattezzare anche legge clientela – autorizza persino assunzioni pubbliche senza prove scritte. Immancabili 140 milioni di bonus monopattini, la notissima sanatoria per i clandestini, e svariati milioni per la creazione di nuove fondazioni a gestione privata ma con le poltrone spartite dalla politica. E tanti altri regalini da distribuire.
E’ una mangiatoia. Apparecchiata alla solita maniera dei vecchi partitocrati e spartitocrati. Dicono di volte il dialogo con le opposizioni, ma è normale che si presentino con questa robaccia? È evidente che vanno tolte di mezzo le porcherie scritte nel decreto. Non si può immaginare di trovare complicità su favoritismi inaccettabili addirittura al tempo dell’uscita dalla crisi del coronavirus. Trentacinquemila morti e costoro pensano a sperperare quattrini pubblici.
Difficile costruire qualcosa di utile se il metodo Gualtieri non cambia decisamente uscendo dallo squallore che emerge da un decreto che scialacqua risorse. Perché è pazzesco quando sta accadendo: magari si preferisce spendere quattrini per gli extracomunitari che piacciono tanto alla Bellanova, ma non c’è uno straccio di discussione seria per famiglie e imprese italiane. Che da quattro mesi tirano la cinghia.
Il mestiere del ministro dell’economia è sicuramente affascinante. Ma anche pericoloso. Perché il potere fine a se stesso esalta chi lo esercita con arroganza. Qualcuno guarisca dalle smanie che lo caratterizzano il ministro Gualtieri, gli faccia capire che in gioco c’è il futuro di una Nazione che sta a pezzi. E che lui non ha alcun diritto di giocarci sopra come al Monopoli.
Rifacendosi ad una frase di Marco Pannella, un grande Italiano, che piaccia o no, si può tranquillamente definire il Governo Conte come il più sfacciato “GOVERNO SQUILLO” del dopoguerra.
Ciao Francesco!
Ma questo governicchio attuale ha forse ministri all’altezza del loro compito??? Non mi pare proprio cominciando da Conte che si capisce chiaramente si arrampica sempre sugli specchi, passando poi ai vari Gualtieri, Azzolina, Bellanova, quella che ha pensato bene di mettersi a piangere, con l’intento di intenerire la platea, provocando al contrario solo rabbia, anche perché mi ha ricordato l’uccellaccio rapace di nome Fornero, quindi con elementi di questo tipo il governicchio attuale non andrà mai da nessuna parte!!!
ci troviamo in una situazione che definire kafkiana è dir poco. Il Governo butta dalla finestra soldi pubblici con cui si potrebbe aiutare in modo concreto (e non con proclami televisivi privi di fondamento e di riscontro reale) la ripartenza dell’economia italiana – o meglio il governicchio degli squallidi incapaci utilizza soldi pubblici per creare la propria clientela, hai visto mai che dal Colle si dovesse decidere che forse è ora di dare la parola agli italiani…..), ma allo stesso tempo – con faccia di bronzo, per non utilizzare scurrilità – la stessa maggioranza con i grullini in testa (incollati alle poltrone e che utilizzano a piene mani ed in modo orrendamente sfacciato i benefit della posizione che ricoprono – Di Maio docet con i suoi cortei di auto e scorte – ) si indigna e grida allo scandalo per il voto della commissione del senato sul taglio dei vitalizi. Lor signori imparassero prima di tutto ad avere gli attributi, ad avere il coraggio delle proprie azioni. E’ mia convinzione personale, in considerazione dei comportamenti reali fin qui tenuti dai farabutti disonesti difensori (mancati) dell’onestà, che di questa hanno fatto – tradendola – la propria campagna di raccolta adepti, che se avessero la possibilità di votare segretamente la perdita dei benefici della posizione parlamentare, sarebbero proprio loro i primi a dare parere contrario. Il motto principe dei grullini, oggi, si riassume in una frase che andava di moda qualche anno fa……o poltrona o morte!