M5S, i grillini litigano su tutto. Anche su chi può citare il nome di Casaleggio senior

4 Giu 2020 18:20 - di Marzio Dalla Casta
Casaleggio

Un tempo Proudhon e Marx, oggi Grillo e Casaleggio. Com’è vero che la storia si ripete solo in grottesco. Ricordate? Per smarcarsi dal Pci e da Enrico Berlinguer, l’allora 44enne Bettino Craxi pubblicò un saggio sul socialismo libertario e anarchico di Proudhon opponendolo a quello scientifico di Marx. Sulle prime i comunisti abbozzarono. «Ha scelto Proudhon perché ha il nome che somiglia ad una marca di champagne», si imitarono a ironizzare. Ma che la sfida lanciata dal leader socialista fosse seria, lo avrebbero capito subito. All’epoca era così, attraverso la cultura, che la politica annunciava le proprie svolte.

Derby su Casaleggio Sr. tra la Lombardi e il capostaff della Raggi

Alla luce di cotanta premessa, fa un po’ sorridere il derby grillino sull’eredita politica di Gian Roberto Casaleggio. A disputarselo, Roberta Lombardi e Max Bugani. La prima è capogruppo nel Consiglio regionale del Lazio, il secondo è capostaff di Virginia Raggi. “E ho detto tutto”, avrebbe chiosato Totò. Ma tant’è e ora dobbiamo bere l’amaro calice fino in fondo. Già, perché non è solo la caratura dei disputanti a rendere azzardato il paragone. Ma anche l’oggetto della disputa: la deroga al doppio mandato. Fino a ieri un tabù per i grillini. Ma ora non più. Soprattutto per la Raggi, irrimediabilmente out se la regola interna non cade. L’arcinemica Lombardi l’ha capito e le ha mandato un siluro con dedica ricavata da parole di Casaleggio contrarie alla deroga al doppio mandato. Scatenando l’ira di Bugani: «Nessuno può dire cosa Gianroberto avrebbe detto o cosa avrebbe fatto».

La posta in palio è la deroga al doppio mandato

Ma la Lombardi non lascia, anzi raddoppia. E per mettere il timbro dell’ortodossia al suo siluro cita anche Grillo. «Beppe diceva sempre che “io ero l’uomo di Casaleggio”», rivendica con orgoglio ricordando che «tutti i dossier più importanti Gianroberto li aveva affidati a me». Insomma, la Lombardi non si sente seconda a nessuno. Anzi, e l’unica che può citare il Casaleggio-pensiero perché, spiega, «ho avuto la fortuna di lavorare con lui per anni». Non così, invece, le «molte piccole persone» che «si sono arrampicate sulle spalle di questo gigante della politica e che vedremo che fine faranno». Un vero scontro tra titani. Poveri noi…  

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