Mascherine fantasma della Regione Lazio: l’inchiesta arriva a Taranto

2 Giu 2020 13:38 - di Davide Ventola
mascherine fantasma

Il mascherina gate di Zingaretti sbarca anche a Taranto. Ne dà notizia Il Fatto quotidiano.  L’inchiesta della Procura di Roma sulle mascherine fantasma nel Lazio si allarga infatti a macchia d’olio. Parliamo di oltre 7,5 milioni di dispositivi Ffp2 e Ffp3 acquistati a marzo dall’Agenzia regionale della Protezione civile per 35,8 milioni di euro e mai arrivati a destinazione.

L’indagine sbarca a Taranto

La notizia delle ultime ore arriva appunto da Taranto. Nella città portuale pugliese, scrive il Fatto “ha sede la Internazionale Biolife srl, altra azienda – come tante in questa vicenda – con appena 10.000 euro di capitale sociale, specializzata in prodotti omeopatici. La Biolife ha attirato su di sé i riflettori della guardia di finanza e dei pm tarantini, che stanno collaborando con i magistrati romani, risultando uno degli intermediari pur essendo, allo stesso tempo, un fornitore diretto della Regione Lazio in un altro contratto di approvvigionamento dei dpi”.

L’azienda tarantina vende integratori alimentari

Sul sito dell’azienda tarantina, si legge questa presentazione. “La Internazionale Biolife è una azienda giovane e dinamica che si occupa da diversi anni di ricerca e selezione in tutto il mondo di molecole e integratori di alta qualità per la cura e il benessere delle persone. Opera nel mercato della vendita di integratori naturali con prodotti di sua produzione ed importati da varie parti del mondo”. Come siano arrivati a vendere mascherine alla Regione Lazio, al momento non è dato saperlo. Uno dei tanti misteri del caso delle mascherine fantasma. Questo potrebbe chiarirlo solo Zingaretti. L’altro, quello che interpreta il commissario Montalbano.

Mascherine fantasma: il caso della Ecotech

Il caso più eclatante negli appalti delle mascherine fantasma riguarda l’acconto di quasi 14 milioni di euro alla Ecotech Srl, una piccola azienda di Frascati specializzata in impianti a led e con un capitale sociale di 10mila euro, per una fornitura di mascherine per un importo totale di 35 milioni di euro. Al momento, gli impegni di restituzione, non sono stati mantenuti. Il timore (che per alcuni è una certezza) è che quei soldi non rientrino più nelle casse della Regione Lazio.

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