Orrore senza fine, concepiscono la figlia per le loro “fantasie sessuali”: condannati a 9 anni il padre, 6 la madre
Quella che arriva dall’Umbria è una storia dell’orrore senza fine. Una coppia di genitori filmava le violenze sessuali inferte sulle proprie bimbe e poi inviavano i video in chat. Gli orchi sono in casa, dunque, ma coinvolgono anche un’altra donna e fanno rimbalzare violenze e abusi nel web. Senza remore. Paura. Freni di nessun tipo. Nessun battito del cuore… Per i tre protagonisti della brutale vicenda di cronaca, centro di un’inchiesta, è arrivato il giorno delle condanne. Il momento di rendere conto almeno alla giustizia dello scempio perpetrato a lungo.
Pedofilia, gli orchi sono in casa: sentenza per due madri e un padre
E allora, nove anni di reclusione per un 41enne di Grosseto accusato di pedofilia, sei anni per la madre 39enne di Orvieto e residente a Terni che avrebbe coinvolto la loro bambina nei rapporti sessuali con il compagno, e sei anni per una donna 36enne di Reggio Emilia accusata di aver inviato all’uomo foto pornografiche della figlia minorenne dietro pagamento. Sono queste le condanne inflitte dal giudice del Tribunale di Firenze, Gianluca Mancuso, con rito abbreviato, ai tre imputati arrestati nel febbraio scorso. Una sentenza arrivata al termine di un’inchiesta della polizia postale diretta dalla Procura fiorentina su un gruppo di pedofili. Un manipolo di abietti feroci, attivi in Italia e in sud America e individuati tramite il dark web.
Una delle bimbe abusata fin dai 12 mesi è stata concepita per le fantasie sessuali dei genitori
Al centro dell’inchiesta il 41enne, artigiano, già coinvolto in altre due analoghe inchieste per detenzione e scambio di materiale pedopornografico. Nel suo telefono cellulare la polizia postale ha trovato oltre 1.500 immagini a carattere pedopornografico che risultano scambiate su una chat di Telegram denominata Catedraticos e su Whatsapp. Il 41enne avrebbe abusato di due bambine di 4 e 9 anni violentate ripetutamente. L’uomo con la donna filmavano gli stupri e si scambiavano i video in chat. Una delle piccole abusata fin dai 12 mesi di età sarebbe stata concepita – scrisse il gip del Tribunale di Firenze nell’ordinanza di custodia cautelare del febbraio scorso – «con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise dai genitori».
Ma la fucilazione no?