Palamara espulso dall’Anm: gravi violazioni al codice etico. Ma la mossa non assolve il sindacato delle toghe
Luca Palamara è stato espulso dall’Associazione nazionale magistrati.
Lo ha deciso il Comitato direttivo centrale all’unanimità, con una sola astensione, accogliendo, così, la proposta del Collegio dei probiviri, formulata per le “gravi violazioni al codice etico“.
E’ la prima volta che l’Anm espelle un ex-presidente. Una decisione che non assolve l’Associazione Nazionale Magistrati rispetto a tutto ciò che di devastante è emerso sulla categoria dalle intercettazioni filtrate dalla Procura di Perugia.
Quello che apare evidete è che l’Associazione Nazionale Magistrati, cioè il sindacato delle toghe, vuole processare Palamara per non processare prima di tutto sé stesso e le derive ideologico-correntizie in cui è oramai impantanata l’Anm.
Una camera di compensazione degli interessi – in troppi casi carrieristici e di potere – della categoria. Come ha, purtroppo, reso evidente l’inchiesta della Procura di Perugia sul caso Palamara e le intercettazioni date in pasto all’opinione pubblica. Che hanno reso evidente ciò che tutti sapevano ma molti facevano di non sapere. E cioè che il mercato delle poltrone si gioca nell’Anm prima ancora che nel Csm.
E ora è un braccio di ferro fra Palamara e i suoi legali, da una parte, e l’Anm dall’altra.
Apparentemente è solo una questione di forma. Ma, in realtà, si tratta di sostanza. L’Anm teme di finire travolta essa stessa e pubblicamente dagli argomenti che ha portato a sua difesa Palamara.
L’ex-consigliere del Csm aveva chiesto di essere sentito dal parlamentino dell’Anm. Che era riunito per decidere sulla richiesta dei probiviri di espulsione dell’ex-presidente, indagato a Perugia, dal sindacato delle toghe.
Il Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati aveva invece respinto all’unanimità la richiesta di Palamara.
L’ex-pm romano voleva non solo essere ascoltato ma, anche, depositare memorie. Così come aveva proposto anche il suo difensore, Roberto Carelli Palombi.
La decisione dell’Anm di negargli il confronto davanti al parlamentino fa riferimento allo statuto. Che in questi casi prevede che la sede per eventuali dichiarazioni sia solo il collegio dei probiviri. Davanti al quale, però, Palamara, pur convocato, non si è presentato.
Il signor Palamara dice di essere stato tradito dai suoi ex “amici”. Vada al colle con la lista dei suoi compagni di merende e vediamo che succede.
bisogno cambiare tutta la sistema giudizario. questo decisione non cambia nessuno, perche su lui posto venira’ altro palamara
IL signor Palamara , dopo avere esercitato un potere che non gli competeva, e dopo aver messo ,con il suo comportamento ,alla berlina la classe dei magistrati , evoca figure come l’inquisizione asserendo di non aver avuto “nemmeno il diritto di difendersi”.
si dimentica che : l’ANM non lo ha condannato. non è stato fatto un processo . stato ESPULSO per aver violato un codice etico. nessuna delle cose che potrebbe dire cambierebbe questo STATO DELL’ARTE.
invece corre l’obbligo di ricordare che se davvero avesse voluto spiegare ,come minimo avrebbe dovuto lui chiedere di andare dinnanzi al consiglio dei probiviri.
l’unico punto su cui invece si può concordare con le sue parole è che certamente non ha agito da solo. bene . per l’importanza e le conseguenze dell’esercizio delle funzioni di un magistrato ,lui e tutti i coinvolti ,dovrebbero avere la decenza di dimettersi e sparire. per rispetto alla Nazione.
saluti
Davide Di Matteo