Scuola, la Azzolina corregge il tiro: «I divisori in plexigas sono sempre stati una bufala»

29 Giu 2020 12:19 - di Michele Pezza
Azzolina

Si scrive scuola, si legge caos. Già, non bastava il virus. Ci voleva pure una ministra indecisa a tutto come Lucia Azzolina a rendere ancor più ingarbugliato il settore. Il problema del ritorno in classe di alunni e docenti sta assumendo le tinte del grottesco. La soluzione del giorno dopo smentisce quella del giorno prima. Non per niente, intervenendo a Mattina 24 su Radio 24, la Azzolina ha cercato di correggere il tiro. A cominciare dalla soluzione basata sui divisori in plexiglas. «È una bufala, è sempre stata una bufala», assicura. In realtà, ammette il ministro, l’idea è nata in una «riunione privata del Comitato tecnico-scientifico». Invece, lamenta la Azzolina, «su due giornali, questa possibilità è diventata “bambini in classe con il plexiglass”». E quando lei s’affrettò a smentire, ricorda, l’accusarono di «aver fatto marcia indietro».

La Azzolina annuncia 2,5 miliardi per settembre

Dove invece la Azzolina non difetta è nelle promesse. Qui non ha rivali. Infatti, ha già annunciato «2,5 miliardi per settembre». Serviranno per gli «arredi nuovi». Vale a dire «banchi singoli» che «permettono di recuperare spazio» e quindi di consentire di «mantenere un metro di distanza bocca a bocca in classe». Non ha ovviamente mancato di sottolineare che «banchi singoli e moderni permetteranno una didattica moderna». Ma i fondi serviranno anche per non meglio precisati «patti territoriali». Il cui scopo consiste nel «portare gli studenti fuori dalla scuola tradizionale e per l’organico». Che cosa significhi in concreto lo scopriremo solo vivendo.

«Elezioni nelle scuole? Non decido io»

A chi la critica per il ritardo con cui sono arrivate le sue linee guida, la Azzolina risponde che «prendere decisioni adesso sulla base di un quadro epidemiologico in itinere per settembre non è semplice». Il che è certamente vero. Ma la soluzione c’è. E pure semplice: basta non parlare quando è il momento di tacere. Una normale prudenza finora sconosciuta al ministro. Infine, il capitolo elezioni, fissate in alcune regioni a ridosso delle riapertura delle scuole. «Fermo restando che non è il ministro che decide dove si svolgono le elezioni – ricorda – la sanificazione della scuola dura un giorno»

 

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