Sui soldi dal Venezuela i Cinquestelle si difendono come “quelli di prima“

16 Giu 2020 6:00 - di Francesco Storace
Maduro Cinquestelle Venezuela

Li hanno presi questi soldi? È presto per dire se i Cinquestelle hanno addirittura perso la verginità morale. Ma è un dettaglio, anche se davvero grave. Perché la loro responsabilità sta nel sostegno ai regimi più sanguinari che ancora stanno in piedi. Adorano la Cina, occhieggiano all’Iran e sono proprio amici di Maduro e compagnia. Poi si chiedono perché si è portati a credere naturalmente a certe notizie.

E giù minacce di querele, da Casaleggio in giù, come se questo mondo debba essere trattato in modo diverso da come loro trattavano “quelli di prima”. Sicuramente sarà tutto falso, ma potete aspettare almeno di fare i classici cinque minuti di vergogna prima di farci credere che voi quelli come Maduro siete disponibili a sostenerli persino gratuitamente?

“Non ci faremo processare”, già sentito…

La cosa più incredibile di questa storia latinoamericana sta nella pretesa di considerarsi ingiudicabili. I Cinquestelle sono onesti a prescindere, guai a dubitare. “Non ci faremo processare”, dicevano nella Prima Repubblica, ma il loro atteggiamento non è poi così diverso.

E’ un altro tassello che scompone il mosaico della rivoluzione. Una dopo l’altra svaniscono le promesse di cambiamento. E il solo fatto che possa essere ritenuta credibile una maxitangente dal Venezuela mette a nudo la favola. Certo, ci penserà stamane Travaglio a dare le parole d’ordine contro lo smarrimento dalle colonne del Fatto Quotidiano. Ma ci vuole qualcosina in più.

Ad esempio, è necessario – diciamo – che un partito che ha indicato il presidente del Consiglio di ben due governo e ora detiene il ministero degli esteri, ha il dovere di presentarsi in Parlamento a chiarire che cosa può essere accaduto. Ad esempio, se c’è stata chissà quale relazione tra il loro sostegno a Maduro e l’ostilità verso Guaido’ e i quattrini di cui si vocifera.

Serve coraggio per andare alle Camere a raccontare la verità. Non scappare. Perché chi ha predicato trasparenza ora non può tradurla con omertà. Le querele annunciate dai Cinquestelle sui soldi dal Venezuela sono solo una forma di intimidazione: è lo stesso metodo di “quelli di prima”.

Commenti

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  • Mario Salvatore Manca 16 Giugno 2020

    Piano piano la verità viene sempre a galla. All’epoca dell’Unione Sovietica, erano diventati quasi di dominio pubblico i lauti finanziamenti che il partito comunista italiano riceveva dal Kremlino. Che fine abbiano fatto tali finanziamenti non si è mai saputo chiaramente, o comunque lo si sapeva, “ma non si doveva sapere”.
    Ora saltano fuori i fondi venezuelani ricevuti dal comunista (che cosa poteva essere altro?) Chavez a favore dei pentastellati, che ora smentiscono inviperiti e scandalizzati (guai a toccarli!). Ma siamo tranquilli, che presto o tardi la verità salterà fuori. I signori della sinistra – qualsiasi denominazione abbiano – non si smentiscono mai.
    Quello che a me, come cattolico, torna peggio di un pugno nello stomaco è quel “dono” fatto dal dittatore boliviano (o venezuelano?) Chavez al Papa Francesco, di quel Crocifisso adorno alla base di falce e martello. Davvero quell’immagine la digerii come un fico d’India all’arsenico (con tutta la buccia) e ingollatomi con uno strofinaccio imbevuto di stricnina, cacciato dentro con un manico di scopa. Ho reso l’idea?

  • Giuseppe Forconi 16 Giugno 2020

    Se avete pazienza e circa 18 anni di eta’, forse nel 2099 potrete sapere qualche cosa sul denaro venezuelano. Prima di quella data e’ tuitto sotto secreto di stato, abbiate pazienza ma la sinistra deve prima studiare come rigirare la frittata.

  • sergio la terza 16 Giugno 2020

    SONO I SOLITI POLTRONISTI E PORTAFOGLISTII.