Torino, nomadi scatenati: valanga di furti su tir, furgoni, bar e stazioni di servizio
Il punto di partenza era il campo nomadi. Era la loro “sede” a Torino. Le condizioni favorevoli per “agire” le offriva su un piatto d’argento la situazione di emergenza. Ne hanno approfittato per compiere furti su tir e furgoni, in aziende, bar e stazioni di servizio. Ed erano in grado di compiere fino quattro furti a notte, spostandosi velocemente da un una zona all’altra della città metropolitana torinese.
Dal campo nomadi ai furti
In questo modo eludevano i controlli delle forze dell’ordine. Almeno una trentina i furti. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli appartenenti a una banda. I componenti erano tutti di origine bosniaca. Devono rispondere alle accuse di concorso in furto aggravato e ricettazione.
“Piazzavano” il materiale trafugato
Dieci gli indagati destinatari di provvedimenti cautelari, 8 in carcere tra cui un minore e 2 divieti di dimora. Tra questi anche due ricettatori, un italiano e un marocchino, a cui gli autori dei furti si rivolgevano per “piazzare” il materiale trafugato. Le indagini, condotte per quattro mesi dai carabinieri, hanno accertato l’esistenza di un gruppo che risiedeva nei campi nomadi dell’hinterland torinese.
Presi di mira i magazzini dai nomadi
Approfittando anche dell’assenza di mobilità legata alla emergenza coronavirus, i nomadi setacciavano le aree industriali e commerciali per depredare magazzini di aziende ed il carico di autoarticolati parcheggiati nelle loro adiacenze.