Violante: «Quando dissi che Berlusconi aveva il diritto di difendersi ebbi una valanga di insulti»
«Qui lo scontro è tra toghe e toghe. Matteo Salvini ha subìto. Non credo che quello scambio di battute infelici abbia ridotto i suoi consensi. Ma capisco che possa sentirsi meno sereno». Lo ha detto Luciano Violante, a Panorama, parlando del caso Palamara. Più che uno scontro tra politica e toghe, per l’ex presidente della Camera è uno scontro tra magistrati.
Violante: «La magistratura ha poteri di carattere politico»
Che sensazione ha provato quando ha letto le intercettazioni? «Ho provato la sensazione di tutti. Non solo per i baratti, ma per la lingua, perché la lingua è il contenuto della comunicazione», ha replicato Violante. «Assomiglia molto a quella della peggiore politica. La magistratura è diventata una componente del sistema di governo. Colpa di un complesso di leggi intrusive, approvate dal Parlamento negli ultimi vent’anni, che regolano tutto e sorvegliano tutti. Queste leggi hanno consegnato alla magistratura poteri di carattere politico. Ma il potere esige responsabilità e quei magistrati si sono comportati in modo non responsabile».
Quello che accadde con Berlusconi
«Non lo so, ma so che nei confronti di Berlusconi, c’è stato uno scontro vero e vicendevolmente carico di pregiudizi», ha poi detto Violante. «Quando Berlusconi si presentò davanti alla Giunta per le autorizzazioni a procedere, nel 2013, dissi una cosa abbastanza semplice. E cioè che bisognava prima leggere la documentazione e che lui aveva il diritto di difendersi. Mi tornò addosso una valanga di insulti. Ma un partito democratico deve difendere anche i diritti degli avversari, sennò che partito democratico è?».
Violante e le modifiche
«Chiedere l’intervento del capo dello Stato ogni volta che c’è un grave problema è segno delle difficoltà del momento. Non è una legge elettorale che può risolvere questi problemi. Il Csm l’ha cambiata cinque o sei volte. Si è cercato di estendere la platea degli eleggibili, poi quella degli elettori, poi di rivedere le regole, da proporzionale a maggioritario e viceversa».
«Il capo dello Stato deve scegliere il suo vice al Csm»
«Ma gli elettori sono diecimila, un paesino, e mettersi d’accordo è sempre possibile. Bisognerebbe guardare ad altro». Violante ha spiegato la sua ricetta per combattere baratti e ritorsioni tra i magistrati. Secondo l’ex presidente della Camera il capo dello Stato dovrebbe scegliere il suo vice al Csm. Le segreterie, invece, vanno selezionate per concorso e bisogna allungare la durata della consiliatura a 6-8 anni.
Violante , con le opinioni espresse nell’intervista , si lava la coscienza e si auto-pone al di fuori di una parte politica che ha usato la magistratura al posto del confronto dei programmi . La cosa può andare bene a tutti , ma soprattutto a lui .