Almirante e Berlinguer, Lollobrigida: «Due grandi uomini che amavano l’Italia e il popolo»
«Nel 1984 mio padre discuteva in famiglia di un bel gesto che il segretario del Msi, Giorgio Almirante, aveva compiuto recandosi al funerale di Enrico Berlinguer, capo indiscusso del Partito comunista. Era metà di giugno». Inizia così il racconto che Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI a Montecitorio, scrive su Facebook. «L’Italia usciva dagli anni di piombo e io dalla seconda media. Quel gesto voleva porre simbolicamente fine all’inumana contrapposizione tra cuori infervorati da ideali che avevano tracimato in decenni di violenza fisica e culturale».
Almirante e Berlinguer, la Patria prima della fazione
«Quell’umiltà di un galantuomo, solo tra le bandiere avversarie, suscitava le stesse emozioni che avevo percepito leggendo del rispetto dovuto a Nemecsek nei ragazzi della via Pal o della sospensione delle ostilità degli Achei per i funerali di Ettore. Quel gesto era pace tra gli italiani. Era Patria prima della fazione. Era riconoscimento reciproco del valore, della passione e del coraggio. E poi il 24 maggio del 1988, stavolta ero in piazza anche io, a salutare il Segretario. Ma il giorno prima ad onorare Almirante erano andati due capi comunisti di quelli che la guerra l’avevano fatta davvero. C’era Nilde Iotti a nome dello Stato italiano come presidente della Camera dei deputati e con lei Gian Carlo Pajetta, storico comandante partigiano».
Ricucire le lacerazioni
«Era un gesto che ricambiava quello di pochi anni prima», continua Lollobrigida. «Ma che assumeva la qualità di giudizio storico verso un uomo che i partigiani comunisti, quelli che avevano versato il sangue e non solo la quota associativa all’Anpi avevano deciso di fare pubblicamente. Era il tentativo di ricucire le lacerazioni tra pezzi di Italia per aiutare la nostra nazione a rimettersi in piedi. Che emozione e che forza in quelle scelte che non dovevano essere spiegate ma solo incarnate».
Quella piazza da dedicare ad Almirante e Berlinguer
«Il Comune di Terracina ha scelto di dedicare una piazza a quei due italiani, sentito il giudizio della Storia, della Iotti e di Pajetta. Ascoltando il Popolo rappresentato dal consiglio comunale eletto della città», scrive ancora Lollobrigida. «Sarà una bella piazza dove i giovani conosceranno il racconto di Uomini che non avevano gli stessi ideali e avevano guardato a regimi illiberali con speranza comprendendone con l’avanzare dell’età le degenerazioni. Uomini che amavano l’Italia e il suo Popolo per il quale fino all’ultimo avevano desiderato il meglio. Sarà una grande emozione vedere i loro nomi incisi insieme grazie a una Amministrazione che rende onore a loro, insieme e rappresenta i Fratelli d’Italia. Grazie a tutti i consiglieri comunali, al sindaco e agli assessori che hanno avuto il coraggio di fare questa scelta!».