
Butti asfalta Marco Travaglio: «Si può essere così malvagi per quattro copie in più?»
«Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio invoca contro Fratelli d’Italia il ritorno dei “partigiani del Cln con lo schioppo” e incita gli italiani contro Fratelli d’Italia “proprio come l’altra volta, 75 anni fa” alludendo alla guerra civile terminata nel 1945. Mi domando se il prossimo passo di Travaglio sia la pubblicazione delle fotografie di deputati, senatori, amministratori, elettori e simpatizzanti di Fdi con tanto di indirizzi e abitudini per facilitare “il compito ai partigiani” evocati dall’istigatore all’odio Robecchi». A parlare è Alessio Butti, dirigente di lungo corso della destra italiana, oggi parlamentare del partito guidato da Giorgia Meloni.
Dopo l’articolo intimidatorio contro Fratelli d’Italia
Butti è di Como, una terra che ha visto da vicino gli orrori della guerra fratricida, resa ancor più cruenta e insopportabile dal furore ideologico. Non stupisce, perciò, che le sue parole risultino particolarmente aspre contro chi, come Alessandro Robecchi, pensa di giocherellare con quei tragici eventi per appagare il proprio puerile narcisismo. Il giornalista del Fatto è stato autore di Ballarò e lo è oggi per Maurizio Crozza. Non è insomma uno cui scappa di scrivere qualcosa che non abbia pensato e soppesato. È evidente che voleva sollevare il polverone, provocare la reazione per poi circonfondersi di aureola e atteggiarsi a martire del fascismo di ritorno. E Butti non manca di sottolinearlo: «Si può essere così malvagi per vendere quattro copie in più? Può la popolarità di Giorgia Meloni e l’ascesa nei sondaggi di Fdi determinare reazioni così farneticanti e scomposte?».
Butti: «Giornale nostalgico degli anni di piombo»
Il parlamentare punta l’indice contro le «”penne democratiche”» e gli «epuratori» alla Travaglio sempre più infastiditi dalla «coerenza di un partito orgogliosamente di destra, ma senza legami con le liturgie di inizio secolo scorso». La conclusione di Butti è interamente dedicata al Fatto Quotidiano. Il parlamentare lo bolla come «”giornale” noto per il sostegno militante a certe procure». Le stesse, aggiunge, «solite ad eliminare competitori politici con metodi ormai scoperti». L’attacco a FdI segnala, conclude il deputato, un «salto di qualità» che lo rende «portatore di un odio politico che speravamo definitivamente scomparso».