Campo rom di Castel Romano, arriva il bonus: diecimila euro ai nomadi che se ne vanno

26 Lug 2020 16:30 - di Fabio Marinangeli
campo rom di castel romano

È alle strette, Virginia Raggi. Il campo rom di Castel Romano non è più tollerabile, tra roghi tossici e reati. Il più grave degli incendi è stato ripreso in diretta lo scorso 23 giugno dalle telecamere della trasmissione Mediaset Le Iene. La Asl Roma 2 e l’Arpa qualche giorno dopo avevano verificato l’assenza delle condizioni igienico-sanitarie adatte per sopravvivere. La situazione è incandescente e cresce la tensione con i residenti sul piede di guerra. E la risposta del Campidoglio è di quelle destinate a creare un mare di polemiche.

La Raggi e il campo rom di Castel Romano

Infatti la “sindaca” – su cui continuano a piovere critiche a valanga – per uscire dal tunnel ne ha pensata un’altra delle sue. L’idea è quella di spendere fino a diecimila euro a famiglia per “liberare” l’area (o una parte). Sono 28 i che occupano container e roulotte nella parte più disagiata dell’accampamento. Tra l’altro si registra il sequestro preventivo del campo che si trova all’interno della riserva naturale protetta di Decima. Come hanno decretato le ultime verifiche, ci sono rifiuti di qualsiasi tipo, carcasse di auto bruciate, topi morti.

La proposta del bonus e l’incertezza dei rom

Secondo quanto riferito al Messaggero dal presidente dell’Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla, l’amministrazione avrebbe proposto agli abitanti della zona più critica un bonus di 10mila euro all’anno per cercare una casa in affitto. Ma i nomadi del campo rom di Castel Romano non hanno ancora accettato. I contratti dovrebbero essere sottoscritti nelle prossime settimane, nel clou delle ferie di agosto.

La denuncia di Giorgia Meloni

Alcuni giorni fa la denuncia di Giorgia Meloni. «L’area del campo rom di Castel Romano», aveva scritto al Messaggero, «si è trasformata in una vera e propria galleria degli orrori ambientali. Il perimetro del campo viene oscurato da una gigantesca discarica abusiva. In una vicina scarpata si forma un deposito di carcasse di auto rubate, cannibalizzate e incendiate. Dalle lamiere annerite colano oli, benzina e nafta infiltrandosi, nel terreno nell’indifferenza generale».

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