Covid, il virologo Crisanti: «Bisogna fare i tamponi a tutti i migranti. Subito, senza distinzioni»
Un enorme buco nero, che rischia di far riesplodere in maniere drammatica la pandemia da Covid. È quello rappresentato dai migranti, che “tutti, indistintamente, vanno testati” appena arrivano in Italia. A lanciare l’allarme sulla sottovalutazione della circolazione del virus tra gli stranieri è il virologo Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia dell’università di Padova, svelando che già in pieno lockdown il governo si è comportato come uno struzzo, seppellendo la testa sotto la sabbia rispetto alle richieste di intervento di chi era sul campo.
Il governo “distratto” sul Covid fra i migranti
I migranti “tutti, indistintamente, vanno testati subito con il tampone appena sbarcano o arrivano in Italia. Bisogna bloccare sul nascere le situazioni a rischio”, ha spiegato Crisanti in una intervista al Giornale. Il pericolo, ha quindi avvertito, è “la diffusione a macchia d’olio del virus, che non se n’è mai andato, non ce lo dimentichiamo”. Crisanti ha messo in guardia dagli asintomatici, che sono “i più infettivi”. Il virologo si è poi soffermato sul caso del Centro di accoglienza di Jesolo. Ora si è scoperto che il 30% degli migranti ospiti è positivo al Covid, ma l’esperto ha fatto capire di non essere sorpreso dalla notizia. Già a fine marzo, infatti, il suo staff aveva chiesto di poter monitorare la situazione nelle strutture per migranti, ma “nei centri di accoglienza non si può accedere facilmente. Servono autorizzazioni dal ministero dell’Interno”. “Noi in passato avevamo fatto domanda di testare queste realtà, ma da Roma non ci hanno mai autorizzato, o forse non ci hanno neppure risposto. E la cosa non ha avuto seguito. E quindi – ha sottolineato – non siamo intervenuti. Era fine marzo”.
La necessità di “testare le persone giuste”
Il virus, ha poi avvertito Crisanti, “non guarda in faccia nessuno e circola ovunque. Quindi dovevano essere testati pure i migranti. Non avevamo sospetti precisi, ma volevo monitorarli perché erano stati lasciati fuori dai controlli epidemiologici”. Ma anche adesso per l’esperto le autorità sanitarie centrali continuano a commettere lo stesso errore, somministrando i test in un modo che non sembra avere molto senso. Per questo il virologo non è convinto che davvero ci siano meno contagi. “Non lo sa nessuno. Di certo il virus non è morto. Continua a circolare. E non si sa quanto sotto traccia”. “Non so se stiamo testando le persone giuste“, ha chiarito. “In Veneto, per esempio – ha spiegato – i tamponi sono quasi tutti fatti al personale ospedaliero che è molto protetto. E non sono molto significative. In questo momento non stiamo facendo un campionamento della popolazione”.
Ancora errori da parte del governo
“Non ci rendiamo conto che possono esserci tanti casi positivi asintomatici in circolazione, che si accumulano e che poi possono creare grossi problemi di diffusione del virus“, ha detto ancora Crisanti, manifestando forti perplessità anche sulle scelte del governo rispetto agli ingressi legali. “Il ministro della Salute Roberto Speranza ha aggiornato il blocco dei Paesi a cui è vietato l’accesso nel territorio italiano e concordo sulla scelta di prevenzione. Ma credo che non abbia incluso gli Usa. E penso sia un grave errore, visto che è il Paese con più malati di Covid al mondo”. “Noi ci scandalizziamo che un migrante sia positivo, ma della pandemia dobbiamo solo ringraziare i cinesi che hanno ritardato la comunicazione dei dati e che hanno favorito il virus prima del blocco dei voli. Io – ha concluso – non me le dimentico le drammatiche settimane di febbraio”.