Gemelli uccisi dal padre, esplode la rabbia di Adriano Celentano: «Se Dio c’è…»

5 Lug 2020 9:31 - di Roberto Mariotti
Celentano

«Dentro di noi, fin dalla nascita, coltiviamo un nemico spaventoso che è più pericoloso del Covid: il suo nome è rabbia». Lo scrive Adriano Celentano su Instagram, pubblicando una sorta di lettera aperta indirizzata idealmente al papà che ha ucciso i suoi due figli gemelli. E che poi si è suicidato. Una rabbia, scrive l’artista-predicatore, che ti rende «pronto a scoccare la tua folle vendetta su di lei, che ha deciso una separazione che tu non vuoi accettare».

Celentano: «Non ti sei fermato, altrimenti saresti un Uomo»

«Un’azione – prosegue Celentano – di fronte alla quale non puoi fermarti, come purtroppo non ti sei fermato, altrimenti saresti un Uomo. E invece eri lì pronto, a qualunque suo ordine, ai piedi di sua Maestà la rabbia. Uccidere? Sì, ma non basta – dicevi tu – io voglio invece che lei viva, ma per soffrire. Ed ecco infine la grande idea che potrebbe condurti all’inferno. Ucciderai i suoi figli che sono anche tuoi e che hai amato, ma non quanto ami il tuo folle desiderio di vendetta».

«Quando muori comincia il tuo calvario»

«Li soffocherai nel sonno. Poi anche tu fuggirai dalla vita come se non fossi mai nato. Ma tu purtroppo sei nato, e questo non si può cancellare. Ed è proprio nel momento in cui muori che inizia il tuo vero calvario». «E qui», conclude Celentano, «mi rivolgo agli assassini. Voi potete anche credere che Dio non esiste ma se posso darvi un consiglio, non datelo per scontato. Perché se poi Lui c’è, come è inevitabile che ci sia… la sorpresa per voi potrebbe essere catastrofica».

Il video di Celentano su Instagram

Poche settimane fa il cantante era apparso in un video dal suo account di Instagram #celentanoinesistente. Aveva definito le imprese italiane che fabbricano armi «un virus, un mostro» che infetta «in nome dell’economia». «La mafia è un virus», dice Celentano. L’artista appare dopo la scritta dobbiamo tornare bambini se non vogliamo svegliarci assassini. È un virus «come lo è il razzismo, il bullismo, come lo sono alcune imprese italiane che in nome dell’economia fabbricano le armi per gli assassini all’estero. Non è come il coronavirus che per farlo morire bastano due metri di distanza, questi no anzi. Per loro più la distanza è grande e più il mostro che è dentro di loro si rinvigorisce».

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